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Wall Street avanza malgrado tensioni mediorientali

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New York – A meta’ seduta il mercato sta cercando di reagire e aggiornare i massimi pluriennali toccati di recente, dopo che gli investitori sono stati innervositi dalle persistenti tensioni nell’area mediorientale e dalla nuova stretta sul credito annunciata in Cina.

L’ok dell’Egitto al passaggio di due navi militari iraniane cariche di missili attraverso il Canale di Suez ha spinto in rialzo i prezzi del petrolio in particolare sul Brent londinese. Ad attirare l’attenzione del mercato e’ stato anche il discorso proferito da Bernanke a Parigi in occasione della riunione di due giorni del G20, oltre alle parole pronunciate da Bini Smaghi circa l’eventualita’ di un rialzo dei tassi in Europa.

Gli investitori in Usa preferiscono comunque non fare mosse avventate, anche in vista del weekend lungo (lunedi’ la borsa americana sara’ chiusa in occasione del Presidents’ Day).

Sul valutario grande rimonta dell’euro, che recupera quota $1,36 dopo che il membro del Cda della Banca Centrale europea, Lorenzo Bini Smaghi, ha detto che l’istituto potrebbe alzare i tassi per contrastare il rincaro dei prezzi al consumo. I commenti hanno spiazzato il mercato, perche’ solo quattro giorni fa Bini Smaghi aveva detto che l’inflazione era sotto controllo.

Le Borse europee hanno perso quota, allontanandosi dai massimi degli ultimi due anni e mezzo registrati nelle ultime sedute. L’indice paneuropeo Stoxx 600 ha ceduto uno 0,1%, snobbando di fatto l’andamento positivo dei mercati di Wall Street. E cosi’ Londra ha chiuso intorno alla parita’ (-0,07%), cosi’ come Parigi (+0,17%). A fare peggio sono state Milano (-0,51%) e Madrid (-0,40%). In volata poi il listino greco (Atene +3,16%) sulla possibilita’ di fusioni tra banche.

Sui listini mondiali si fa sentire la decisione della banca centrale cinese di ordinare un’altra stretta sul credito, aumentando le riserve sui depositi delle banche dello 0,5%: si tratta della seconda manovra di questo tipo dagli inizi dell’anno, annunciata dopo ben sei aumenti di riserve bancarie messi in atto nel 2010.

Pechino ha la tendenza ad annunciare misure di politica monetaria in vista del fine settimana, con l’effetto di innervosire gli investitori. I mercati guarderanno con estrema attenzione i commenti che usciranno dalla riunione di due giorni dell’incontro dei 20 ministri delle Finanze dei paesi piu’ potenti al mondo, che ha preso il via ieri a Parigi. Uno degli obiettivi dichiarati del meeting e’ la lotta agli squilibri mondiali.

Strettamente legato all’evento e’ stato anche l’intervento che il numero uno dell’istituto centrale americano, Ben Bernanke, ha tenuto alle 14 italiane, in cui il banchiere ha difeso le misure di Quantitative Easing 2. Alle 15:45 e’ stato il segretario del Tesoro Usa Timothy Geithner, che durante un intervento sullo stato di salute della ripresa mondiale, ha segnalato un “giustificabile e crescente” aumento della fiducia dei mercati circa una ripresa globale.