New York – Il caos greco rischia di compromettere anche l’andamento della borsa americana, con l’impatto dello stallo delle negoziazioni tra autorita’ europee e governo greco che hanno ripercussioni anche dall’altra sponda dell’Oceano Atlantico.
Wall Street infatti ha chiuso in calo. Il Dow Jones ha terminato le contrattazioni con un -0,7% a 12.808,20 punti. Il Nasdaq ha chiuso a -0,8% a quota 2.903,88. Particolarmente pesanti Morgan Stanley, Citigroup e Bank of America (-1,7%). Simile sorte anche per i colossi minerari ed energetici Freeport-McMoRan Copper & Gold, Alcoa e Halliburton che pagano il ritracciamento delle commodities.
E’ da cinque settimane che Wall Street avanza nell’arco di cinque sedute. Questa settimana potrebbe rappresentare un’eccezione. A erodere la fiducia e l’ottimismo degli investitori sono le incertezze circa la situazione greca. Il caos e’ totale e non e’ certo che Atene finisca per accettare i 130 miliardi di euro di aiuti esterni di cui ha disperato bisogno se vuole scongiurare un default.
E’ molto alta l’incertezza e la mancanza di soluzioni nette e definitive in Europa alimenta il nervosismo. I ministri delle Finanze dell’area euro non hanno ancora concesso il nuovo pacchetto di aiuti da 130 miliardi di euro alla Grecia, che deve fare fronte alle obbligazioni in scadenza a breve.
Prima l’Ue pretende ulteriori passi e nuove misure di austerita’. Ma l’esecutivo sta perdendo i pezzi e non e’ detto che le nuove riforme vengano approvate. Il partito di estrema destra della coalizione di governo si e’ rimangiato l’accordo e non votera’ le misure austerita’. Il tutto dopo che ieri il vice ministro del Lavoro ha rassegnato le dimissioni.
Ad Atene viene chiesta una legge sulle misure di rigore proposte e ulteriori €325 milioni in nuovi tagli a personale, pensione e salari, secondo quanto riferito dal primo ministro del Lussemburgo Jean-Claude Juncker, a capo dell’Eurogruppo.
Il 20 marzo la Grecia dovra’ rimborsare €14,5 miliardi, e sta incontrando difficolta’ nel trovare i finanziamenti necessari per evitare il crollo dell’economia, che potrebbe scatenare un effetto contagio negli altri paesi dell’Eurozona.
Oltre all’azionario, l’incremento dell’avversione al rischio mina anche la performance delle materie. L’Agenzia internazionale dell’energia (AIE) fa sapere che la domanda di petrolio nel 2012 dovrebbe crescere meno dell’1%. Per il sesto mese di fila dunque, considerando le aspettative di calo della crescita economica, i numeri sono stati rivisti al ribasso.
In Usa una particolare attenzione sara’ rivolta ai dati delle 15.55 italiane sull’indice della fiducia dei consumatori ad opera dell’Universita’ del Michigan. Alle 18.30 fari puntati sulle dichiarazion del Presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke. Alle 20.00 sara’ la volta della pubblicazione del budget di bilancio mensile.
Restano in ambito macro, la Cina a gennaio ha fatto segnare un calo delle esportazioni (-0,5%), per la prima volta da oltre due anni. Tuttavia, minori importazioni del 15,3% hanno portato a un allargamento del surplus commerciale di Pechino, che raggiunge i massimi da 6 mesi a $23,7 miliardi, rispetto ai $16,52 di dicembre.
All’interno del paniere principale, si segnalo vendite sui titoli bancari. Bank of America, Citigroup e JPMorgan sono in ritirata, con la maxi-intesa sui mutui americani che dovrebbe andare a pesare sui risultati d’esercizio degli istituti.
Tonfo del 20% circa dei titoli True Religion Apparel, dopo che le stime sugli utili della società si sono rivelate più pessimiste dei numeri proiettati dagli analisti. Di contro, balzo del +8,6% per LinkedIn.
Sul fronte valutario, l’euro e’ un’altra vittima dei timori relativi alla Grecia: la moneta unica perde sul dollaro -0,72%, a $1,3186. Nei confronti della valuta giapponese, cede lo 0,78%, a 102,37 yen. Dollaro/yen -0,05% a 77,63.
Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio cedono l’1,51%, a $98,33 al barile, mentre le quotazioni dell’oro scambiano a $1.719,30 l’oncia (-1,26%).