NEW YORK (WSI) – Chiusura a due velocità Wall Street, all’indomani della manovra epocale della Bce che, in stile Fed, ha lanciato il bazooka monetario del QE. Ora si guarda alle elezioni di domenica in Grecia, che potrebbero riaccendere l’incertezza nell’Area euro. Sul fronte domestico, l’allarme utili lanciato da Ups pesa sull’indice benchmark, solo ieri arrivato sui massimi dell’anno. L’agenda macroeconomica ha visto vendite di case esistenti negli Stati Uniti cresciute poco meno delle stime a dicembre e il Superindice nello stesso mese in linea alle stime.
Nel finale, il Dow perde lo 0,79% a 17.672 punti, il Nasdaq guadagna +0,16% a 4.758 punti mentre lo S&P 500 scende dello 0,54% a 2.052 punti.
Per la seconda volta di fila, la terza nell’ottava, il petrolio ha chiuso in calo. Il contratto a marzo scambiato a New York ha lasciato sul terreno 72 centesimi di dollaro, l’1,6%, a quota 45,59 dollari al barile. Sette giorni fa – quando aveva terminato la prima settimana in positivo dopo sette consecutive in calo – aveva finito a quota 48,69 dollari. Il calo nell’ottava e’ stato del 6,37%.
Lo S&P 500 è scambiato a un valore pari a 17 volte circa gli utili attesi per le società quotate, stando ai dati compilati da Bloomberg. Le valutazioni hanno testato alla fine del 2014 il record in cinque anni e la maggioranza degli analisti intervistati da Bloomberg ritiene che il listino salirà ancora nei prossimi sei mesi, mentre solo un quarto prevede una flessione.
Gli investitori americani sono impegnati a digerire una pioggia di trimestrali: la conglomerata General Electric (-0,12% nel pre-mercato) ha battuto le stime degli analisti, McDonald’s (+1%) invece ha deluso mentre lo studio cinematrografico DreamWorks Animation perde nel pre-mercato oltre il 13%: per la borsa non basta il piano di ristrutturazione annunciato ieri.
Delle 89 aziende scambiate sullo S&P che hanno riportato gli utili trimestrali fino a oggi, il 79% ha battuto le stime degli analisti (che erano comunque state riviste al ribasso). Negli ultimi tre mesi del 2014, i profitti – secondo le previsioni – sono saliti +0,8%, in deciso calo rispetto al +8,1% atteso dal consensus.
Dal fronte macroeconomico, l’indice Fed Chicago – che fornisce un quadro della crescita dell’economia nella regione manifatturiera del Midwest – e’ sceso in territorio negativo (-0,05 punti) a dicembre suggerendo un’espansione sotto la normalita’.
ALTRI MERCATI – In ambito valutario, l’euro -1,82% a $1,1158; dollaro/yen -0,35% a JPY 118,07; euro/franco svizzero -1,21% a CHF 0,9782; euro/yen -2,07% a JPY 131,76.
Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio +1,77% a $47,13, Brent +2,51% a $49,74. Oro sotto pressione, -0,38% a $1.295,70