New York – La borsa Usa alla fine riesce a interrompere la striscia di sedute negative, nonostante Ben Bernanke nel suo intervento davanti al Congresso, non abbia offerto ai mercati quello che chiedevano. I tre principali indici della borsa Usa hanno chiuso infatti in positivo (vedi indici in prima pagina) L’euro vira in negativo a $1,22 nei confronti del biglietto verde.
Nel discorso del banchiere centrale non c’e’ stata ne’ una maggiore enfasi sulla certezza di nuovi misure ne’ tantomeno un elenco delle possibili misure addizionali. Di conseguenza, come sottolineano gli analisti di MPS, si sta assistendo ad una prima reazione del mercato tendente alle prese di profitto accompagnata dal deprezzamento dell’euro, che invece avanzava sul dollaro nella prima parte di seduta.
Nello specificio il numero uno dell’istituto di Washington ha detto che la Fed e’ gia’ stata abbastanza chiara, nella riunione di giugno, nel dire di essere pronta ad agire, nel caso in cui le circostanze lo richiedessero. In pratica, nel tratteggiare un quadro poco confortante per l’economia americana, Bernanke si e’ ben guardato dal fornire dettagli sul modo con cui intende operare d’ora in avanti. I mercati speravano lanciasse invece un segnale che facesse intendere che le autorita’ di politica monetaria sono pronte ad adottare nuove misure non ortodosse per rilanciare l’economia.
Intanto dalle minute della Reserve Bank of Australia e’ emerso che la “fase di rallentamento dell’economia della Cina potrebbe interrompersi su questi livelli, anche se le previsioni sono ancora incerte”. In Europa, gli indici sulla fiducia degli investitori in Germania e nell’Eurozona hanno deluso, mentre i prezzi al consumo britannici sono risultati inferiori alle previsioni (2,4% anno su anno).
Gli ultimi dati macro Usa, ieri, hanno confermato una contrazione delle vendite al dettaglio in giugno, in teoria un motivo in piu’ per la Federal Reserve per intervenire a supporto della ripresa. Una buona notizia per le autorita’ della banca centrale e’ arrivata invece dalle ultime cifre sull’inflazione: il costo della vita misurato nella forma dei prezzi al consumo e’ rimasto invariato in giugno, come previsto.
Le ultime minute del meeting del 20 giugno, pubblicate l’11 luglio, hanno rivelato una generale propensione al varo di ulteriori stimoli monetari, soprattutto in caso di continuo deterioramento delle condizioni di crescita.
L’indicatore stilato dagli analisti di Citigroup sulla situazione degli Stati Uniti, il Citigroup Economic Surprise Index, che tiene conto del trend dei dati degli ultimi tre mesi, per vedere se sono migliori o peggiori delle attese, si trova al momento a -64 ai minimi da 11 mesi, dopo aver toccato -64,9 la scorsa settimana e +91,9 in gennaio.
Delle 32 società nell’indice S&P500 che ad ora hanno annunciato i risultati d’esercizio sul secondo trimestre, 22 sono riuscite a battere le stime. In giornata tra i grandi nomi non hanno deluso Coca-Cola, Goldman Sachs e Johnson & Johnson. Altri due colossi, Yahoo! e Intel, renderanno noti i conti di bilancio a seduta terminata.
La banca Goldman Sachs ha chiuso il trimestre con un calo degli utili -11% su base annua. Numeri in ogni caso migliori alle attese ($962 milioni, $1,78 per azione, rispetto a $1,09 miliardi, $1,85 per azione lo scorso anno. Le attese erano per $1,18 per azione).
Il fatturato di Coca-Cola e’ cresciuto piu’ del previsto nel secondo trimestre dell’esercizio fiscale 2012. Secondo gli analisti i risultati rispecchiano la capacita’ della societa’ di bevande di Atlanta di riuscire a crescere dove altri falliscono.
In rialzo i titoli del gruppo Internet Yahoo!, dopo che la società ha annunciato di aver scelto Marissa Mayer alla guida del gruppo, nel tentativo di tornare a dominare la scena internet e invertire così oltre 10 anni di spirale negativa. Per la società si tratta del quinto Ceo in quattro anni.
In ambito valutario, l’euro si muove in calo sul dollaro a $1,22 (-0,5%). Dollaro/yen +0,34% a JPY 79,12, tasso di cambio euro/yen debole a JPY 96,552.
Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i prezzi del mais sono volati ancora. Da meta’ giugno il balzo e’ del +52%: i raccolti Usa soffrono per via di una siccita’ che non si vedeva da cinquant’anni.
I futures sul petrolio fanno +0,12% a quota $88,54 al barile, mentre le quotazioni dell’oro sono in flessione a $1.582,20 l’oncia (-0,59%). Quanto ai Treasury, i rendimenti a 10 anni scambiano all’1,47%, in calo di 0,2 punti base.