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Wall Street chiude contrastata, Dow sotto 18.000 punti

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NEW YORK (WSI) – Wall Street chiude la seduta contrastata. Il Nasdaq è riuscita a virare in positivo mentre Dow Jones e S&P 500 restano in calo pur lontani dai minimi intraday.

Il Dow Jones cede lo 0,29% a 17.801 punti, l’S%P 500 perde lo 0,02% a quota 2.059, il Nasdaq sale dello 0,54% a 4.766. L’oro ha chiuso con un balzo di 37,10 dollari, il 3,1%, a quota 1.232 dollari l’oncia. ll petrolio e’ rimbalzato con il contratto di gennaio che ha aggiunto 77 centesimi, l’1,2%, a quota 63,82 dollari al barile.

Non ci sono vere e proprie ragioni che spiegano il rimbalzo se non questioni tecniche riconducibili a ricoperture dopo i forti cali recenti. Da segnalare che proprio oggi Bank of America ha tagliato le stime a 72 dollari al barile per il WTI l’anno prossimo.

Gli investitori hanno dovuto fare i conti con le notizie arrivate da Cina e Grecia. Pechino ha adottato misure volte a limitare i crescenti rischi nel sistema finanziario alimentato dal debito. Ad Atene invece sono state indette elezioni presidenziali anticipate. Il petrolio per una volta è rimbalzato, evitando lo scivolone degli energetici.

Mentre la Federal Reserve la settimana prossima farà capire le sue intenzioni sul rialzo dei tassi nel 2015, si torna a parlare di Banca centrale europea. Peter Praet, membro della Bce, parlando dall’Institute for International Economics a Washington DC ha detto che il piano di quantitative easing includera’ un vasto insieme di asset, bond governativi inclusi. Ha anche aggiunto che le aspettative sull’inflazione sono “fragili”.

Nella seconda economia al mondo il governo ha reso più stringenti le regole sui collaterali per i prestiti a breve termine. In Grecia invece sono state indette elezioni presidenziali anticipate. Ancora una volta Atene mette alla prova l’Eurozona.

Intanto, La Fed potrebbe cambiare tattica sui tassi di interesse e esprimere parole che il mercato non si aspetta. È questo l’elemento destabilizzante che sta deprimendo il morale degli investitori Usa, i quali devono anche fare i conti con una volatilità eccessiva sul petrolio.

“C’è la sensazione che la banca centrale si stia muovendo più in fretta del previsto sul fronte della streeta monetaria”, dice a Bloomberg Thomas Thygesen, strategist di Skandinaviska Enskilda Banken AB. “Ai mercati non piacerà e se la Fed non pronuncerà la frase ‘ancora per un periodo di tempo considerevole’ la settimana prossima saranno guai”.

Il calo dei prezzi del greggio e l’impatto che avrà sull’inflazione sono uno dei fattori chiave che determinerannoa la decisione del comitato di politica monetaria della Federal Reserve.

Tra i titoli in evidenza: Apple annuncerà l’apertura di un grande centro di ricerche e sviluppo in Giappone, secondo quanto ha affermato il primo ministro Shinzo Abe. Nessun commento dalla società Usa.

Tesla, il costruttore di auto elettriche, ha annunciato lo sbarco in Australia con l’apertura per la fine del 2015 dei “Tesla stores” e di centri di servizi a Sydney e Melbourne.

In ambito valutario, l’euro +0,34% a $1,2359; Il biglietto verde scende sullo yen,a 119,94 (-0,62%). Euro/yen -0,28% a JPY 148,23.

Tra le materie prime, i futures il contratto a gennaio del petrolio +0,97% a 6.3,68 dollari mentre l’oro +3,02% a 1.231 punti.

(DaC-MT)