NEW YORK (WSI) -Wall Street ha chiuso in modo contrastato all’indomani della riunione della Federal Reserve e il Dow e’ tornato sotto i 18.000 punti. Gli investitori si prendono una pausa dopo il rally di ieri alimentato dai toni “dovish” usati dalla banca centrale americana.
Nel finale, il Dow Jones ha chiuso in calo dello 0,65% a 17.959,56, l’S&P 500 ha perso lo 0,48% a 2.089,35, il Nasdaq e’ salito dello 0,19% a 4.992,38 grazie a Facebook (+2,27%). Il petrolio ad aprile – che ieri aveva interrotto la serie di sei sedute consecutive in calo – e’ tornato a scivolare: -1,57% a 43,96 dollari/barile.
In primo piano le parole che sono state pronunciate ieri dalla numero uno della Fed, Janet Yellen, e che hanno portato lo S&P 500 a mettere a segno un rally +1,2%. L’indice benchmark ha recuperato +2,9% dal minimo testato lo scorso 11 marzo, ma ancora prima era sceso -3,6% nelle sette sessioni successive al record testato lo scorso 2 marzo, sulla scia dei timori sull’impatto che un rialzo del dollaro potrebbe avere sugli utili della Corporate America.
In una conferenza stampa Yellen ha precisato che, sebbene la Fed abbia rimosso la parola “paziente” nella sua intenzione di alzare i tassi sui fed funds, questo non significa che ora sia diventata impaziente. Dalla riunione del Fomc è emerso di fatto che è improbabile che una manovra di politica monetaria restrittiva arriverà ad aprile, e che comunque un rialzo dei tassi non si verificherà almeno fino a quando la Fed non “sarà ragionevolmente fiduciosa” sul fatto che l’inflazione sarà tornata al suo target e che il mercato del lavoro sarà migliorato. Di fatto, la Federal Reserve ha precisato che i dati macro suggeriscono che l’attività economica ha moderato il ritmo di crescita.
“I commenti di Yellen indicano che un eventuale futuro rialzo dei tassi di interesse dipenderà dai dati, e i dati economici sono negativi – ha commentato a Bloomberg John Plassard, vice direttore generale presso Mirabaud Securities, a Ginevra”. Per Plassard “ci sarà molta volatilità nelle prossime settimane. A marzo, non abbiamo ancora assistito a due sedute consecutive di rialzi”.
Rese note le richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione che, nella settimana terminata il 14 marzo, sono salite di appena 1.000 unità a 291.000 unità, confermandosi in linea con le previsioni. Tuttavia la media delle ultime quattro settimane è avanzata di 2.250 a 304.750 unità, un valore che viene considerato comunque basso. Comunicato anche il deficit delle partite correnti del quarto trimestre, salito +14,8% a $113,5 miliardi.
Forte volatilità del dollaro, che torna a salire con forza; sul valutario, l’euro -1,78% a $1,0672; dollaro/yen +0,62% a JPY 120,84. Euro/franco svizzero -0,26% a CHF 1,0597. Euro/yen -1,19% a JPY 128,91.
Tra i titoli, eBay sotto pressione dopo che Piper Jaffray ha tagliato il rating a “underweight”, motivando la propria decisione con l’aumento della competizione da parte di Apple Pay. Vendite anche sui titoli energetici Transocean, ConocoPhillips e Chesapeake Energy, che continuano a scontare il crollo del petrolio.
Yahoo esce dal mercato cinese chiudendo il suo ufficio a Pechino. Il colosso Internet ha smesso di offrire servizi nella seconda economia al mondo nel 2013.
Tra le materie prime, i futures sul petrolio Usa, al minimo in sei anni, crollano -4% a $42,87. Brent -1,84% a $54,88. Oro +0,69% a $1.159,20. Argento +1,80% a $15,82.