Mercati

Wall Street chiude debole, deludono dati macro

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

NEW YORK (WSI) – Dopo un avvio positivo, Wall Street chiude la prima seduta dell’anno all’insegna della prudenza, complice la pubblicazione di dati macro deludenti.

Nel finale: Dow +0,06% a 17.833 punti, lo S&P 500 -0,04% a 2.058 punti mentre il Nasdaq segna perde lo 0,19% a 4.727 punti.

La borsa Usa ha archiviato il 2014 con solidi guadagni sia per l’anno che per l’ultimo trimestre, ma i cali di mercoledì hanno spinto l’indice S&P 500 in territorio negativo per il mese di dicembre. Il benchmark è sotto di circa l’1,5% rispetto ai massimi di chiusura. L’indice di volatilità CBOE, barometro dell’ansia degli investitori, da inizio settimana segna un rialzo del 32% ma rimane a livelli storicamente molto bassi.

Il ribasso di circa il 50% accusato dal petrolio è stata una delle storie principali del 2014 e resterà sotto i riflettori. Attenzione anche al comparto delle biotecnologie che è risultato tra i più volatili dell’anno appena concluso. E se l’indice Nasdaq Biotech ha terminato il 2014 con un guadagno del 34% il gruppo ha subito bruschi ritracciamenti durante l’anno.

Doppia delusione sul fronte macro. A dicembre il Pmi manifatturiero americano e’ calato a 53,9 punti. Il dato misurato da Markit e’ inferiore a quello di novembre (54,8 punti) e praticamente in linea con le previsioni degli esperti, che si attestavano a 54 punti.

Le spese per costruzioni negli Stati Uniti, nel mese di novembre 2014, hanno registrato un calo a sorpresa. Il dato, pubblicato dal dipartimento del Commercio, ha evidenziato un calo dello 0,3% rispetto al mese precedente, quando l’attesa da parte degli economisti era per una crescita dello 0,4%. La rilevazione di ottobre, invece, e’ stato leggermente ritoccato al rialzo, dal +1,1% della lettura preliminare al +1,2%.

Intanto gli investitori digeriscono le parole arrivate dal governatore della Banca centrale europea. In un’intervista al tedesco Handelsblatt, Mario Draghi ha detto che i tassi di interesse “sono stati molto, molto bassi da lungo tempo e lo resteranno ancora per un po’” anche perche’ la fase di “moderata ripresa continua” ma resta “fragile e irregolare”.

Sul valutario euro è sceso fino al minimo di $1,2041, dopo aver riportato la perdita su base annua più forte, nel 2014, dal 2005. L’oro con la stessa scadenza perde l’1% a 1.171,4 dollari l’oncia.

Ifutures sul greggio americano in deciso ribasso nel pomeriggio, oggetto di massicci realizzi i cui effetti sono amplificati dalla rigidita’ degli scambi che si registra sulle principali piazze. Il mercato sconta un eccesso dell’offerta e anche una chiave di lettura speculativa sulle notizie arrivate da Libia e Cina. Il Wti, consegna febbraio, e’ scivolato fino a 52,03 dollari/barile che rappresenta il livello piu’ basso dall’inizio del maggio 2009. In sintonia si e’ mosso il petrolio del Mare del Nord, con lo stesso future che si e’ portato fino a 55,48 dollari, ovvero ai minimi dal 7 maggio 2009. Nel prosieguo il mercato ha recuperato parzialmente terreno, con le consegne di Wti indicate a 52,38 dollari (-1,63%) e quelle del Brent a 55,72 dollari (-2,71%).

Sull’obbligazionario i treasuries decennali cedono 8/32 e rendono il 2,202% mentre i trentennali arretrano di 16/32 con un rendimento al 2,77%.