Economia

Wall Street chiude in rosso, traina le perdite il Nasdaq

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NEW YORK (WSI) – Chiusura in rosso per Wall Streer, colpa ancora una volta dell’andamento negativo del petrolio e del settore media. Quest’ultimo era stato messo a tappeto già ieri da Walt Disney, i cui ricavi trimestrali erano stati peggiori delle stime. Nel finale: Dj -0,69% a 17.420 punti, S&P 500 -0,75% a 2.084 punti mentre il Nasdaq -1,63% a 5.050 punti.

Oggi 21st Century Fox perde il 6,7% nonostante gli utili trimestrali abbiano superato le attese: Lachlan Murdoch, il co-presidente esecutivo, ha detto ieri in conference call che i cambiamenti nel settore potrebbero essere pesanti da gestire per alcuni gruppi. Nel giorno dei conti, Viacom cede oltre il 14%. Male anche Tesla Motors (-8,8%): il produttore dell’auto elettrica a quasi triplicato la perdita trimestrale e rischia di non centrare il target 2015 sulle consegne.

Dal fronte macroeconomico, un nuovo dato economico mette in discussione quella che potrebbe essere la decisione della Fed nel meeting di settembre. Si tratta del rapporto sui tagli dei posti di lavoro compilato dalla società di consulenza Challenger, Gray & Christmas. Secondo il report, gli annunci di licenziamenti a luglio sono stati di 105.696 unità. Si tratta del primo mese in cui le riduzioni hanno superato la soglia a quota 100.000 dal settembre del 2011. Sul dato ha pesato l’annuncio dell’esercizio di ridurre la forza lavoro sia civile che militare. Hanno annunciato licenziamenti anche società attive nel settore hi-tech: 18.891 annunci sono arrivati da società di computer e di elettronica.

Attesa per il grande market mover dei mercat: la pubblicazione del report occupazionale di luglio degli Stati Uniti, che avverrĂ  domani alle 14.30 ora italiana; gli analisti intervistati da Bloomberg News prevedono in media un aumento di 225.000 nuovi posti di lavoro, contro i +223.000 a giugno.

Sempre sul fronte occupazione, le richieste iniziali di sussidio alla disoccupazione sono salite di 3mila unita’ a 270mila unita’ nella settimana terminata lo scorso primo agosto. I dati diffusi dal Dipartimento del Lavoro sono abbastanza in linea con le attese degli analisti, che si aspettavano richieste per 271mila unita’. Luglio, per altro, e’ stato un mese molto volatile per le richieste che avevano toccato un minimo a 255mila unita’, il livello piu’ basso dal 1973. La media a quattro settimane e’ diminuita di 6,500 unita’ a 268,250 unita’. Si tratta del livello piu’ basso da meta’ maggio.

Mercati e Fed, l’avvertimento: “Via da questi asset” prima che sia troppo tardi

Sul mercato valutario, l’euro -0,06% sul dollaro a $1,09. Dollaro/yen invariato a JPY 124,87. Euro/yen -0,04% a JPY 136,13. Euro/sterlina +0,69% a GBP 0,7037. Euro/franco svizzero +0,40% a CHF 1,0720. Sterlina sotto pressione dopo la decisione della Bank of England di lasciare i tassi invariati allo 0,50% e dopo la diffusione di un comunicato che lascia pensare che la Banca centrale non agirà prima della primavera del 2016. I tassi decennali sui bond UK sono scesi all’1,95%. Rivista al ribasso la crescita dei prezzi, che dovrebbe essere nel 2015 di appena +0,3%, contro il +0,6% di maggio, prima di accelerare all’1,5% nel 2016.

Ieri la sterlina ha testato un massimo in due settimane sulla moneta unica, a quota 69,65.

Tra le materie prime, i futures sul petrolio Usa accelera al ribasso con -0,93% a $44,73, Brent -0,34% a $49,42. Oro -0,04% a $1.085,20, argento -0,09% a $14,54.