I listini azionari statunitensi chiudono contrastati una seduta interlocutoria, caratterizzata da volumi sottili. I titoli piu’ difensivi come sanitari e farmaceutici hanno permesso al Dow Jones di chiudere in positivo dello 0.32% a quota 8799.26. L’S&P 500 e’ avanzato dello 0.14% a quota 946.21, mentre il paniere composito ha perso lo 0.19% a 1858.80 punti. In settimana ii tre indici hanno messo a segno rialzi compresi tra lo 0.4 e lo 0.7%.
“Una parte degli investori e’ ancora afflitta dal nervosismo e dalla paura”, dice Michael Shinnick, money manager di Wasatch Advisors. “L’offerta e’ ancora molto alta rispetto alla domanda in diversi settori, come l’auto, l’immobiliare e il retail. Inoltre la questione del debito dei consuamatori non e’ stata ancora risolta”.
Ma il nervosismo iniziale ha lasciato nel pomeriggio il posto ad una certa serenita’, alimentata anche dalle notizie arrivate dall’Iran. I listini hanno infatti ridotto le perdite sul finale dopo che l’ex primo ministro Hossein Mousavi ha annunciato di aver ottenuto la vittoria elettorale sul presidente in carica Mahmoud Ahmadinejad.
Speranzoso di ricevere qualche segnale incoraggiante, a conferma che l’economia Usa attraversa una fase di miglioramento, il mercato ha accolto con freddezza l’aggiornamento relativo alla fiducia dei consumatori elaborato dall’Universita’ del Michigan per il mese di giugno. Il dato e’ salito sui massimi di nove mesi, tuttavia e’ risultato lievemente inferiore alle previsioni. Le cifre sono tenute in grande considerazione, in quanto le spese rappresentano piu’ di due terzi dell’attivita’ economica del Paese.
Guardando alla prova dei settori, i sanitari hanno chiuso in positivo favoriti da un movimento di rotazione dei portafogli verso i titoli piu’ difensivi. Il benchmark del comparto farmaceutico AMEX segna un +1.5%. Procter & Gamble sale di oltre un punto percentuale.
Ben intonati anche i bancari, in rialzo di oltre l’1% (indice KBW). In denaro Bank of America, che forte di un balzo del 6% chiude in testa al Dow Jones per la seconda seduta consecutiva. Stifel Nicolaus ha rivisto al rialzo le stime sugli utili 2010 e 2011 dell’azienda. In settimana almeno altre quattro altre societa’ di Wall Street hanno o rivisto al rialzo o migliorato le previsioni sugli utili e il prezzo obiettivo della banca, la piu’ grande degli Stati Uniti per numero di asset.
Salta all’occhio il calo di petroliferi e commodity. Exxon Mobil, la principale societa’ petrolifera al mondo, ha ceduto quasi l’1% dopo che i prezzi dell’oro nero hanno ritracciato dai massimi di sette mesi, in scia al pesante calo della produzione industriale della zona euro.
Schiacchiata in fondo al paniere industriale Alcoa, produttore di alluminio numero uno negli Stati Unit, che cede il 2%. Freeport-McMoRan, azienda produttrice di rame, scivola di oltre tre punti percentuali. La domanda di rame e alluminio e’ in calo, appesantita dal recupero del dollaro, con gli investitori che hanno preferito vendere le materie prime approfittando dei rialzi visti di recente.
Seduta da dimenticare per i tecnologici, penalizzati dai commenti di National Semiconductor, che ha segnalato che il mercato dei chip per computer non sta recuperando come previsto. I titoli dell’azienda, che fornisce semiconduttori ai cinque maggiori produttro di cellulari, perdono sette punti percentuali. “Non credo che nessuno in questo settore sia abbastanza ottimista da dire che ci siamo ripresi definitivamente”, ha detto l’AD della societa’ Brian Halla. I colossi informatici Apple e Intel cedono rispettivamente il 2 e 1%.
Hartford Financial Services Group ha perso circa l’8%, “guadagnandosi” la maglia nera dell’indice allargato. La compagnia assicurativa ha subito $12.4 miliardi di perdite a causa della crisi dei mutui subprime ha annunciato che accettera’ sino a $3.4 miliardi di aiuti governativil. Scivola anche Lincoln National, che deve ancora decidere se accettare o meno i prestiti federali.
BlackRock cede il 6% circa dopo aver annunciato l’acquisto della divisione di investimento di Barclays BGI alla cifra di $13.5 miliardi. La societa’ diventera’ cosi’ la maggiore del settore con un valore di mercato pari a $34 miliardi.
Sugli altri mercati, le quotazioni del greggio cedono terreno per la prima volta in quattro sedute. A New York i contratti sul petrolio Usa con scadenza luglio hanno perso lo $0.64 (-0.9%) a quota $72.02. L’oro nero ha pero’ chiuso la settimana in rialzo del 5.3%. Sul valutario euro in calo sulla controparte americana. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ il cambio tra le due valute e’ di $1.4001. I futures sull’oro con consegna agosto hanno perso $21.30 a $940.70 l’oncia. Continua il recupero dei prezzi dei Titoli di Stato Usa. Dopo aver toccato due giorni fa i livelli piu’ alti dallo scorso ottobre, il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.7880% dal 3.8620% di giovedi’.