NEW YORK (WSI) – Bilancio in rosso per Wall Street, che chiude la peggiore settimana dal 2011 a causa del crollo delle quotazioni del petrolio e la pubblicazione del dato sui prezzi alla produzione. Non basta la fiducia dei consumatori misurata dall’Universita’ del Michigan, salita più delle attese, a riportare ottimismo.
Nel finale, il Dow segna un calo dell’1,8% a 17.284 punti, il Nasdaq perde l’1,16% a 4.653 punti mentre lo S&P 500 flette dello 1,62% a 2.002 punti.
Soltanto una settimana fa S&P 500 e Dow Jones avevano chiuso su livelli record, rispettivamente per la 49esima e 34esima volta da inizio 2014.
Chiusura ai minimi da maggio 2009 per i futures sul petrolio scambiati a New York, che hanno incrementano le perdite dopo che l’Agenzia internazionale dell’Energia ha tagliato le previsioni per la domanda globale di petrolio per la quarta volta in cinque mesi. Il contratto Wti consegna gennaio al Nymex ha terminato la seduta in calo di 2,14 dollari (circa -3,3%) a 57,81 dollari al barile, in lieve recupero dai minimi di giornata.
Sul fronte macro, i prezzi alla produzione negli Stati Uniti sono calati in novembre dello 0,2% mentre al netto delle componenti volaliti, l’indice core e’ rimasto invariato. Le attese degli analisti erano per una flessione dello 0,1% per l’indice headline a fronte di un aumento dello 0,1% per la componente core. Su base annua i prezzi alla produzione sono cresciuti in novembre dell’1,4%, in rallentamento rispetto all’incremento dell’1,5% registrato in ottobre. Si tratta del minor incremento su anno da febbraio.
Intanto, la fiducia dei consumatori misurata dall’Università del Michigan è salita a dicembre a 93,8 punti dagli 88,8 di novembre. Il dato è nettamente migliore delle attese degli analisti che si attendevano un rialzo più limitato a quota 90 punti.
Volatilità alle stelle: il Chicago Board Options Exchange Volatility Index, che monitora i costi delle opzioni sullo S&P 500, noto anche come VIX o in gergo indice della paura, è balzato questa settimana +70%, al guadagno su base settimanale in più di quattro anni.
I mercati azionari globali hanno perso un valore superiore a $1 trilione ($1.000 miliardi) nell’ultima settimana, sulla scia del tonfo dei prezzi del greggio.
L’avversione al rischio continua a spingere gli investitori verso i titoli di stato americani, i cui rendimenti sono crollati cosi’ come visto in Germania e Regno Uniti. Sono tornati i timori per la crescita globale dopo che la produzione industriale in Cina a novembre e’ salita ma meno delle attese e dopo che l’Agenzia internazionale per l’energia ha tagliato le stime per la domanda 2015.
Il Treasury a dieci anni ha visto i rendimenti – che si muovono inversamente ai prezzi – scendere fino al 2,082%, minimo intraday del 16 ottobre. In Germania il bund con la stessa scadenza ha visto rendimenti arrivare su minimi record (allo 0,629%) mentre quello inglese si e’ riportato sui livelli del maggio 2013 (all’1,81%). Il rendimento del Treasury a 3 mesi viaggia al ribasso allo 0,0228%
Tra i titoli, focus sui Adobe Systems dopo che il produttore di software ha riportato vendite superiori alle previsioni, raggiungendo un accordo per acquistare Fotolia, fornitore di contenuti di fotografie, per $800 milioni.
Sul valutario, Euro +0,31% a $1,2450; dollaro/yen -0,24% a JOY 118,37. Euro/yen +0,08% a JPY 147,39.