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Wall Street chiude piatta dopo volatilità nel finale

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New York – Dopo l’esitazione iniziale, favorita anche dagli ultimi dati macro, il mercato azionario americano riesce a estendere i guadagni di ieri, quando lo S&P000 ha interrotto una serie negativa di sei sedute, che con il senno di poi rischia di essere interpretato come l’eccezione piuttosto che la regola. Ma nel finale la volatilita’ porta i listini Usa a chiudere sulla parita’.

In chiusura il Dow perde -1,67 punti (-0,01%) a 12.502,81, il Nasdaq cede -8,13 punti (-0,29%) a 2.839,08, mentre lo S&P500 avanza +0,64 punti (+0,05%) a 1.316,63.

Da parte sua l’euro e’ ancora sotto pressione, in calo di quasi mezzo punto percentuale. Le notizie sono scarne in attesa del vertice di domani dei leader dell’Eurozona a Bruxelles e gli operatori si accontentano delle buone nuove giunte dal mercato immobiliare.

Nella sessione di lunedi’ Wall Street si era resa protagonista della migliore seduta negli ultimi due mesi, forte di un progresso dell’1,6%, anche favorita dalle notizie giunte dalla Cina. Pechino ha annunciato l’introduzione a breve di una serie di misure per stimolare la crescita economica del paese, e Francia e Germania si sono impegnate nel lavorare ancora più intensamente per cercare di mantenere la Grecia all’interno dell’euro.

L’indice allargato resta comunque in perdita dai primi di maggio (-5,9%). Tra i singoli settori, fari puntati sul settore delle vendite al dettaglio, con una serie di gruppi retail che ha pubblicato conti trimestrali superiori alle previsioni.

In assenza di grosse novita’ dall’Europa, ecco allora che gli investitori rivolgono la lora attenzione ai dati macro sullo stato di salute della maggiore economia al mondo. Le cifre sulle vendite di abitazioni esistenti hanno segnato un rialzo in aprile rispetto a marzo, leggermente sotto le attese che erano per la creazione di 4,65 milioni di unita’ anziche’ le 4,62 milioni registrate. Si tratta del primo rialzo negli ultimi 3 mesi.

Intanto pesa la decisione dell’agenzia di rating Fitch di tagliare il merito di credito del Giappone a lungo termine, in seguito agli sforzi poco convincenti fatti dal Governo per abbassare il debito del paese, il più alto al mondo. Il giudizio in valuta locale è stato rivisto al ribasso di un gradino, ad A+, con outlook negativo.

Nella giornata di domani è previsto un summit Ue nella forma di una cena tra le autorita’ europee a Bruxelle, durante il quale si discutera’ sul genere di misure pro-crescita da apportare. L’obiettivo comune e’ quello di rivitalizzare la ripresa e la fiducia degli investitori, ma i mezzi con i quali si vuole ottenere sono diversi.

Austria e Germania, ad esempio, si oppongono all’emissione di Eurobond e sono in prima linea nel fronte europeo del rigore. Sono anche gli unici due paesi che possono vantare economie in crescita. Francia e paesi della periferia, da parte loro, vogliono avere liberta’ di manovra a livello di spese pubbliche, per poter alimentare la crescita. La lunga serie di programmi di austerita’ imposti a Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Italia sta strozzando i risparmi dei cittadini.

In generale la situazione mondiale preoccupa: nonostante ci siano alcuni segnali positivi, la ripresa sara’ ancora graduale e accidentata, in particolare a causa delle tensioni dovute alla crisi del debito e dei problemi del settore bancario. La ripresa globale restera’ quindi “modesta”, con una crescita “piu’ forte negli Usa e Giappone rispetto all’Eurozona”. E’ quanto emerge dall’Economic Outlook dell’Ocse, secondo il quale “le prospettive per l’economia globale sono un po’ piu’ luminose di sei mesi fa”, ma “restano evidenti debolezze”.
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Tra i singoli titoli, Alexion Pharmaceuticals fa un bel balzo (+4,26%) sulla scia dell’annuncio di S&P per cui la società dovrebbe sostituire Motorola Mobility Holdings nell’indice S&P500.

Dopo un timido tentativo di risalita, Facebook fa segnare un -8,90%, a quota $31,00. Il selloff continua dopo il tonfo del -11% di lunedi’. Al momento il prezzo e’ in calo, a fronte del $38 dell’Ipo, la maggiore nel settore hi-tech di sempre.

Agli investitori non convince la capacita’ del social media di monetizzare la sua base di 900 milioni di utenti. Tanto che alcuni sostengono che “non esista un bottom per l’andamento dei titoli” in borsa. Lo ha dichiarato all’emittente Cnbc Dave Rovelli, managing director delle attivita’ di trading nell’azionario Usa presso Canaccord Genuity.

Morgan Stanley e’ sotto accusa per come ha gestito l’Ipo di Facebook, prima tagliando le stime sui ricavi del social network, poi alzando il range di prezzo e infine fissandolo al massimo della forchetta, contribuendo al flop dell’operazione.

In ambito valutario, l’Euro, dopo aver superato quota $1,28, fa dietrofront e cede quota a $1,2686. La moneta unica sale invece sullo yen a JPY 101,41. Dollaro/yen a JPY 79,96.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo ai Commodities: futures sul petrolio in rosso, a $91,85 al barile. Oro in calo a $1.576,60.