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Wall Street contrastata, sfida Pil. Analisi tecnica S&P500, passata la quota chiave di 1850

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NEW YORK (WSI) – Chiusura contrastata per Wall Street. Il Dow Jones sale dello 0,31% a 16.323,19 punti, il Nasdaq perde lo 0,25% a 4.308,12 punti mentre lo S&P 500 avanza dello 0,28% a 1.859,29 punti. Wall Street sfida il Pil Usa e vede l’indice S&P500, che oggi ha superato e mantenuto la resistenza chiave a 1.850 punti, testare un nuovo record intraday sopra 1.864 punti per poi chiudere poco sotto.

Brusca revisione al ribasso del prodotto interno lordo del quarto trimestre, cresciuto a un tasso annuo +2,4%, decisamente meno del +3,2% reso noto inizialmente.

Indicazioni poco confortanti sono arrivate anche con le vendite di case con contratti in corso, +0,1% a gennaio contro +0,8% atteso, anche se in miglioramento dalla flessione precedente -8,7%.

Reso anche indice della fiducia dei consumatori stilato dall’Università del Michigan, che a febbraio si è attestato a 81,6 punti contro gli 81,5 attesi e gli 81,2 preliminari.

Accelerazione del Chicago Pmi, fino a 59,8 a febbraio dai 59,6 di gennaio e meglio delle stime.

“L’ultimo rapporto conferma che la ripresa economica Usa è continuata a febbraio, con le componenti dei nuovi ordinativi e della produzione che rimangono a livelli elevati”, ha commentato Philip Uglow, responsabile economista presso MNI Indicators.

Treasuries in calo, tassi decennali in rialzo al 2,66%.

Oggi, oltre a essere l’ultima sessione della settimana, è anche l’ultima sessione di febbraio, mese che ha visto l’indice S&P guadagnare +4%.

Importante il superamento della resistenza chiave a quota 1.850. Sul fronte dell’analisi tecnica, il superamento della soglia è significativo e secondo Christopher Lewis, analista presso FX Empire, il mercato potrebbe ora puntare a quota 1.900 e anche a quota 2.000.

Tuttavia, Chris Weston, responsabile strategist di mercato presso IG, fa notare che i mercati asiatici non sono rimasti particolarmente impressionati dal nuovo record dello S&P e che “il fatto che solo il 6% di tutti i titoli scambiati sul listino abbia chiuso al massimo in 52 settimane o vicini a tali livelli, mostra che il break out sia stato relativamente poco convinto”.

Detto questo, Weston crede che nel medio termine sia comunque una buona idea posizionarsi sui titoli azionari Usa e sul debito europeo.

Doug Foreman, responsabile investimenti presso Kayne Anderson Rudnick, ritiene che il mercato non sia né conveniente, nè costoso. “Lo S&P è scambiato a un valore pari a 16 volte gli utili, un valore non troppo elevato. La cosa più importante è la selezione delle azioni”.

Sul valutario, euro +0,65% a $1,3797; dollaro/yen -0,23% a JPY 101,87; euro/franco svizzero -0,14% a CHF 1,2159. Euro/yen +0,39% a JPY 140,55.

Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio -0,24% a $102,34, il prezzo dell’oro -0,08% a quota $1.330,70 l’oncia.