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WALL STREET DA’ IL VOTO FINALE ALLA MANOVRA EUROPEA: BENE LE BORSE, MALE L’EURO. E OGGI…

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Anche Wall Street festeggia il super intervento salva-euro e salva-mercati piu’ poderoso del previsto messo a punto in extremis dall’Ecofin al termine di una maratona notturna.

Al party non e’ stato pero’ invitato (con grande imbarazzo dei burocrati UE) proprio l’euro, che poi era il motivo di fondo, lo scopo, dell’intero ambaradam, con la carrozza della moneta unica che si e’ sganciata dal treno dei fortissimi rialzi visti anche sui mercati azionari dall’altra parte dell’oceano. L’euro e’ passato da un rialzo di +2,7% a un moscissimo +0.24% sotto quota $1.28 a fine giornata. Qualcosa non va, dietro l’euforia: avrebbe dovuto essere la moneta europea a salire +4-5-6%, sulla falsariga delle borse, ma non e’ andata cosi’.

Tant’e’ che alcuni dei maggiori player sul mercato valutario hanno iniziato ad esprimere dubbi sulla risposta inizialmente rialzista degli investitori al piano d’urgenza da $1 trilione di dollari. Dietro alle parole di facciata e circostanza con il bicchiere di champagne in mano di quelli che sgomitano, ha fatto per esempio notevole sensazione che perfino Axel Weber, il potentissimo n.1 della Bundesbank e candidato alla presidenza BCE, si sia dichiarato “critico” sul colossale piano di salvataggio.

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Pur perdendo un po’ di slancio nel pomeriggio, il mercato azionario ha finito per mettere a segno incrementi notevoli. Il Dow Jones guadagna il 3.90% (+404.78 punti) a quota 10785.06, il Nasdaq il 4.81% (+109.3 punti) in area 2374.67, mentre l’S&P 500 il 4.4% a 1159.72 punti. Tutte le blue chip hanno chiuso in territorio positivo. E’ la prima volta da ottobre 2008 che il paniere composito chiude con un progresso a tre cifre.

Il piano dunque sembra aver centrato uno dei suoi obiettivi prioritari: spaventare la speculazione anti-PIIGS (prezzi CDS Italia per gli abbonati a Insider). In forte ribasso, per esempio, il CDS Italia, che venerdi’ aveva raggiunto il massimo storico sull’onda di acquisti speculativi anti-euro e anti-Italia. Tuttavia, come nel caso della quotazione della moneta unica, la quotazione del CDS Italia ha poi abbandonato i livelli migliori ed e’ peggiorata col passare delle ore.

Guardando infatti oltre il breve termine, molti ossevatori “neutral” mettono in guardia dall’euforia “da fuoco di paglia”: le potentissime iniezioni di liquidita’ nel sistema per sostenere l’euro e la creazione di nuovo debito per pagare il debito (effetto usura…) non modificano lo scenario di lungo termine: i problemi sottostanti alla crisi dei paesi PIIGS rimangono assolutamente intatti.

Dopo il nauseante selloff della settimana scorsa che ha rispedito il Dow sotto quota 10400 la settimana non poteva partire meglio. C’e’ gia’ chi pero’ parla di balzo drogato e innaturale, favorito chiaramente dallle ricoperture degli short, spiazzati da piano senza precedenti in Europa da mille miliardi di dollari (e molto piu’ poderoso del previsto) volto a scongiurare un contagio della crisi del debito greca sul resto dell’area della moneta unica.

Ricoperture e’ dunque la parola chiave quest’oggi sui mercati, con gli investitori in una rotazione di portafogli verso i titoli a piu’ alto rischio e verso quei settori che piu’ avevano perso quota la settimana scorsa, ovvero industriali, finanziari e tecnologici. Apple chiude con un balzo del 7% circa.

Il senso della seduta a Wall Street comunque e’ che la cifra senza precedenti messa sul tavolo dalla UE per “vedere” il bluff degli hedge funds sembra comunque aver calmierato gli effetti speculativi (almeno per oggi…) e favorito il gran recupero dei listini, schiacciati da molte giornate molto negative. Mentre le borse europee hanno chiuso i battenti con rialzi anche a doppia cifra (Madrid +14%, Parigi +8%, Atene +9%, Londra +4%, Ftse Mib a Milano +11.28%), Wall Street procede sulla strada del rally, non lontana dai massimi intraday toccati proprio in apertura.

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La giornata a stelle e strisce e’ stata priva di dati macroeconomici. A Washington presso la Sec, si sono riuniti gli operatori del mercato chiamati all’appello dal numero uno dell’autorita’ di borsa Mary Shapiro. Quando ormai sembra escluso l’errore umano come causa del tracollo di Wall Street di giovedi’ scorso, la Sec potrebbe introdurre nuovi limiti al trading, proprio perche’ un crollo di -9.2% non puo’ essere accettato senza che entrino in funzione i “circuit breakers”. La pressione del Congresso si fa sentire: a rischio la fiducia degli investitori nel sistema finanziario. Domani la stessa Sec testimoniera’ di fronte a Capitol Hill insieme ai “numeri uno” della Commodity Futures Trading Commission, del Nyse Euronext e del Nasdaq Omx.

Tra i titoli in evidenza le banche (soprattutto regionali) e i tecnologici.

Tra i titoli in evidenza le banche (soprattutto regionali) gli industriali e i tecnologici. Gli istituti finanziari piu’ richiesti sono stati Bank of America, JP Morgan e Citigroup. In controtendenza invece Goldman Sachs, colpita dalle notizie secondo cui dovra’ dire addio ad una decina di partner, mentre e’ impegnata a difendersi in tribunale dalle accuse su alcune operazioni di trading, in particolare i Cdo riguardanti la Grecia.

Boeing e Caterpillar fanno un balzo superiore al 6%. In rally anche i costruttori di case, tra cui Hovnanian, Beazer e Lennar.

Avanza la societa’ di rifinanziamento ipotecario Fannie Mae, nonostante abbia registrato una perdita trimestrale di $11.5 miliardi. Il gruppo ha chiesto al Tesoro altri aiuti per $8.4 miliardi entro fine giugno.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio riprendono a guadagnare terreno. I futures con consegna giugno rimbalzano del 2.3% (+$1.69) attestandosi a quota $76.8 al barile. Sul valutario la moneta unica perde quota $1.28 attestandosi a $1.2777 (+0.21%, un rialzo misero se confrontato con i pesanti cali della settimana scorsa: rallenta notevolmente rispetto ai massimi del primo pre-borsa (+2.2% a quota 1.3094). Forti prese di beneficio per l’oro che fa un tonfo di $9.60 in area $1200.40 circa. Il rendimento sul benchmark decennale si attesta al 3.5410% dal 3.4290% di venerdi’ (-11.2 punti base), quando i prezzi dei Treasuries aveva registrato la migliore settimana da agosto.