NEW YORK (WSI) – Il Black Friday di Wall Street si chiude senza entusiasmo. Il rally dei retailers non e’ riuscito infatti a controbilanciare le forti perdite del comparto energetico dopo la decisione dell’Opec di non tagliare la produzione mondiale di greggio generando un crollo del petrolio a New York di oltre l’8%.
Alla campanella lo S&P si e’ presentato con un ribasso dello 0,23% a 2.067,57 punti, il Dow Jones è fermo a 17.828,24, mentre il Nasdaq e’ salito dello 0,10% a 4.791,63 punti.
Massima attenzione a livello globale per i prezzi del petrolio, dopo la decisione dell’Opec di mantenere la produzione invariata. Immediato il tonfo, che ha portato le quotazioni dei futures sul petrolio scambiati a New York a perdere 7,54 dollari, il 10,2%, a quota 66,15 dollari al barile, livello minimo dal settembre del 2009.
Secondo gli analisti a questo punto solo una grossa crisi geopolitica internazionale o l’interruzione delle forniture di greggio da parte di uno dei maggiori produttori potrebbe invertire il trend ribassista che ha visto il petrolio perdere il 16% dall’inizio del mese e il 13,5% nell’ultima settimana.
In caduta libera ii titoli del comparto energetico. A Wall Street vendite soprattutto Exxon Mobil (-3,42%), Chevron (-4,4%), ConocoPhillips (-5,41%), Hess (-7,68%), Marathon Oil (-8,22%), Devon Energy (-6,26%) e Occidental Petroleum (-8,60%). La stessa sorte tocca anche alle europee: Royal Dutch Shell e Total, entrambe quotate anche a New York, perdono rispettivamente il 6,29% e il 7,13%.
Mentre gli energetici sono in picchiata, quelli del settore aereo stanno prendendo letteralmente il volo. Il forte calo dei prezzi del petrolio, effetto della decisione dell’Opec di lasciare invariata la produzione, fa bene ai conti delle compagnie aeree e di quelli di viaggi. Il costo dei carburanti in genere rappresenta circa un quarto delle spese operative totali delle compagnie e nonostante molte di loro si proteggano con specifiche operazioni di “hedging”, prezzi del greggio piu’ bassi sono sempre benvenuti dagli investitori. E con stime secondo cui il barile potrebbe costare l’anno prossimo meno di 60 dollari, i trader puntano sul settore aereo.
Sul valutario, Euro sotto la soglia di $1,25, a $1,2484 (+0,14%); dollaro/yen +0,51% a JPY 118,28; euro/yen +0,64% a JPY 147,66.
Dopo essere stato chiuso ieri per il Giorno del Ringraziamento, il mercato obbligazionario americano riapre i battenti con il decennale americano in rialzo di 6/32 e con rendimenti – che si muovono inversamente ai prezzi – al 2,2%, minimi di fine ottobre. (Lna-Mt)