Wall Street prosegue sulla via del rialzo all’insegna delle ricoperture. Ci si sta allontanando pero’ dai massimi di giornata toccati dopo un’ora e mezzo di contrattazioni. Il mercato ha subito un improvviso calo, dovuto a un’andata di sell, che ha quasi azzerato gli indici nel giro di 4-5 minuti, dopo che e’ al New York Stock Exchange e’ circolato un rumor su un ulteriore downgrade del debito della Spagna alla fine della giornata. Ma la voce si e’ rivelata falsa e i buy sono rifluiti in borsa. Cio’ dimostra pero’ quanto sia volatile e prono alle brutte notizie un mercato azionario nevoso come quello di questi giorni. A poco piu’ di un’ora dalla fine delle contrattazioni i 3 indici principali della Borsa Usa hanno limato quasi completamente, di nuovo, tutti i guadagni.
I volumi sono la dimostrazione della buona impostazione che sembra essere tornata sul mercato. Al Nyse gli scambi sono superiori alla media giornaliera registrata recentemente. I titoli in progresso sono 2657 contro i 308 in calo per un rapporto 8.6 a 1. Sono 22 i titoli che hanno toccato i massimi di 52 settimane mentre 13 sono le azioni che sono scivolate sui minimi di quasi un anno. Sul listino tecnologico Nasdaq il rapporto di titoli in salita con quelli in discesa e’ di 5.7 a 1.
Intanto trader e osservatori si domandano quanto questo rinnovato trend rialzista possa durare. Secondo Christian Blaabjerg, analista di Saxo Bank, le paure sulla ripresa globale sono eccessive e una doppia recessione e’ da escludere. Al massimo, e soprattutto per l’Europa, la crescita sara’ piu’ contenuta, perche’ frenata da “massimi problemi sul fronte del debito”.
Tecnicamente sara’ importante il superamento della media mobile a 10 giorni dopo che quella a 200 giorni e’ stata appena superata. Finche’ questo scenario non si realizzera’, la fase rimane ribassista.
Nel frattempo, la Sec ha unanimamente votato per la proposta di regole che permettrebbero alla Consob americana di ricevere con piu’ tempestivita’ informazioni sugli scambi high-frequency in modo tale da poter meglio controllare il mercato. La mossa e’ volta a rispondere al tonfo di 1000 punti (-9.2%) registrato dal Dow Jones il 6 maggio, seduta che fini’ con una flessione di 348 punti.
A portare ottimismo hanno contribuito alcuni dati macro, testimonianza che l’economia Usa e’ sulla via della ripresa. Prima il dato sugli ordini di beni durevoli, ad aprile in rialzo del 2.9% (piu’ delle attese). Poi quello sulla vendita di nuove case: il mese scorso e’ stato boom grazie agli incentivi.
Effetto positivo, inoltre, lo ha avuto anche la notitizia che l’agenzia di rating Moody’s ha confermato il rating di tripla A sul credit rating di lungo termine degli Stati Uniti nonostante le casse governative si siano indebolite per aver sostenuto il sistema finanziario ed economico in generale.
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Altro fattore incoraggiante e’ arrivato dall’Ocse con il suo rapporto di primavera “Economic outlook”. Pur alzando le stime sulla crescita dell’economia globale – che per quest’anno dovrebbe attestarsi al 4.75% – l’organizzazione internazionale ha pero’ lanciato un avvertimento sulla crisi del debito, in particolare nell’Eurozona.
L’Ocse ha lanciato l’allarme anche sulla crescita impetuosa nei paesi emergenti che potrebbe anch’essa rappresentare un rischio per lo sbilanciamento globale. In ogni caso i 30 paesi industrializzati membri dell’ Ocse, quest’anno, dovrebbero far registrare una crescita del 2.70% e circa il 2.80% nel 2011, in miglioramento rispetto al 2.50% stimato nel novembre scorso.
Intanto da Tokyo il numero uno della Fed Ben Bernanke ha difeso il ruolo delle banche centrali dall’ingerenza della politica. Il governatore della Federal Reserve non ha fornito spunti sull’andamento dell’economia globale o sulle prossime mosse di politica monetaria. Ha pero’ ricordato che il primo obiettivo di una banca centrale e’ tenere sotto controllo l’inflazione. A questo proposito ha definito rischioso cambiare il target al 2%.
Continua il viaggio del Tesoro Usa Timothy Geithner. Arrivato in Europa ha invocato un “approcio globale attentamente studiato” lasciando intendere di non aver ben visto le mosse unilaterali della Germania.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio riprendono quota. I futures con consegna luglio segnano un +$2 attestandosi a quota $70.75 al barile (+2.91%). Sul valutario la moneta unica si attesta a $1.2212 (-1.07%). L’oro ha segnato un +$14.60 attestandosi a $1212.60. Quanto ai Treasury, il rendimento sul benchmark decennale si trova al 3.22% dal 3.17% di ieri.