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WALL STREET: DOCCIA FREDDA E PAURA RIALZO TASSI

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Per una volta un dato macroeconomico altamente positivo deprime Wall Street. Nella giornata in cui grandi società come Merrill Lynch e Johnson&Johnson annunciano trimestrali brillanti – incanalando le prime battute della seduta verso il segno più – ci pensano le vendite al dettaglio, cresciute a marzo dell’1,8% contro lo 0,7% stimato dagli analisti, a tagliare le gambe alla Borsa di New York.

Al termine degli scambi, l’indice Dow Jones ha ceduto l’1,27% a 10.381,78 punti, lo S&P 500 l’1,38% a 1.129,42 punti e il Nasdaq l’1,71% a 2.030,08 punti.

Il volume al New York Stock Exchange ha superato 1,4 miliardi di titoli scambiati, con i ribassi nettamente piu’ numerosi dei rialzi (8 a 1), mentre 1,9 miliardi di azioni sono state scambiate al Nasdaq, dove la proporzione ribassi/rialzi e’ stata di 7 a 2.

Sugli altri mercati, dollaro molto forte in relazione al timore di aumento dei tassi (l’euro e’ sceso in serata a $1,1940); forte calo per gli stessi motivi del Treasury Usa a 10 anni, in perdita di 29/32esimi, con il rendimento ai massimi della stagione al 4.35%.

L’ottimo risultato delle vendite al dettaglio ha in ogni caso spinto gli investitori a temere un rialzo del costo del denaro a breve termine, facendo evaporare in fretta l’euforia che numeri del genere solitamente portano con sé (sul grado di probabilita’ scientifico di un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve, vedi Target News, riservata agli abbonati a INSIDER).

In parte hanno influito negativamente sulla seduta anche le continue notizie in arrivo dall’Iraq in attesa che, nella serata americana, il presidente George W. Bush tenga una conferenza stampa ripresa dalle televisioni nazionali sui temi del conflitto iracheno e dell’impegno profuso dall’Amministrazione Bush nella lotta al terrorismo prima dei tragici eventi dell’11 settembre.

Tra i singoli comparti male si è comportato quello finanziario – tra i più minacciati da un rialzo dei tassi – colpito da Citigroup (-1,6%), Jp Morgan (-3,6%) e Morgan Stanley (-3,4%) oltre che da Merrill Lynch (-1,8%) cui non è bastato portare a casa una trimestarle di altissimo livello con utili quasi raddoppiati rispetto allo scorso anno.

In difficoltà anche il comparto energetico Allegheny Energy a cedere il 2,3% e la petrolifera Exxon a rallentare dell 0,6%. Debolezza, ancora, per le società della grande distribuzione che non sono riuscite a sfruttare la crescita delle spese al dettaglio: Wal-Mart ha perso l’1,5%, Target il 2,5% e Home Depot l’1,6%.

In controtendenza, infine, la casa farmaceutica Johnson & Johnson, salita dello 0,3% grazie a buoni numeri trimestrali e la produttrice di microchip Intel, avanzata dello 0,2% (per decine di azioni in rialzo sul Nasdaq e Nyse, controllare Titoli Caldi, riservato agli abbonati a INSIDER).