Wall Street saliva ininterrottamente da 4 mesi e forse un motivo anche non “fondamentale” per un ribasso ci stava tutto. Una correzione dei mercati era attesa da tempo, data la palese condizione di ipercomprato che si era creata con il recente rally. Tutti gli indici erano ai nuovi massimi assoluti (mercoledi’ scorso lo S&P 500 ha toccato it top di sei anni e mezzo).
Non e’ ancora chiaro se il ritracciamento sia l’inizio di un trend ribassista, che potrebbe intaccare il classico rally di fine anno, o un piu’ semplice un movimento dettato da parziali prese di beneficio e da altri fattori minori. In ogni caso il calo di lunedi’ a Wall Street e’ stato ampio e non episodico: 27 dei 30 titoli del Dow Jones hanno chiuso in rosso, e il 78% del volume, sia sul NYSE che sul Nasdaq, era riferito a titoli in ribasso.
Il dilemma per gli investitori (sia piccoli che istituzionali) e’ se sia il caso di comperare sulla debolezza (in inglese “buy the dip”); un momento che molti aspettavano per rientrare sul mercato – visto che avevano perso il treno del rialzo; oppure il -2,2% del Nasdaq non sia che l’inizio di un pesante sell-off pre-natalizio.
Un’analisi un po’ meno emotiva del ribasso conferma che nelle scorse settimane c’erano tutti i segni di un mercato eccessivamente “tirato”. Una serie infinita di Ipo, i giganteschi takeover in stile leverage buyout, l’assenza di correzioni dei prezzi, erano la dimostrazione, per qualche vecchia volpe di Wall Street, che il mercato azionario americano stava davvero ribollendo. “Siamo certamente al top”, conferma un analista tecnico che studia anche la psicologia delle borse; “non ho paura a dirlo”. Ecco, per i nostri abbonati, la sua analisi.
Per i commenti di questo analista e di altri noti “guru” e le prospettive future di Wall Street, vedi la rubrica Target News, una delle 8 sezioni in tempo reale riservate agli abbonati a INSIDER. Se non sei gia’ abbonato, clicca sul
link INSIDER