New York – Il Dow e l’S&P500 estendono i rialzi di lunedì grazie ai dati macro, con la fiducia dei consumatori che si rivela superiore alle attese. Attese anche soluzioni concrete in Europa, ma il Nasdaq rallenta.
In chiusura l’S&P500 registra un rialzo di 2,64 punti (+0,22%) a 1.195,19. Il Dow sale di 32,62 punti (+0,28%) a 11.555,63, mentre il Nasdaq cede 11,83 punti (-0,47%) a 2.515,51.
Ottimismo dunque, ma a dimostrazione del fatto che gli investitori rimangono ancora nervosi sull’evolversi della situazione in Europa, i settori meglio performanti sono quelli difensivi quali utilities e consumer staples.
Limitata l’avanzata dei titoli finanziari, con l’indice GSPF in calo dello 0,6%. Bank of America cede il 3,2% a %5,08, la chiusura più bassa dal marzo 2009.
Le piazze finanziarie europee intanto tirano un po’ il freno dopo due sessioni in corsa, sfavorite da una serie di notizie negative da parte delle agenzie di rating.
I ministri delle Finanze dei paesi dell’eurozona hanno deciso sul potenziamento del fondo “salva-stati” ma non hanno fissato nessun target. Richiesto inoltre un ruolo maggiore al Fondo Monetario Internazionale nel combattere la crisi del debito.
Tra le misure discusse, il fondo fornirà una copertura assicurativa del 30% sulle nuove emissioni di bond. L’imperativo per questa nuova entita’ sara’ funzionare come sperato, altrimenti la tripla A della Francia saltera’.
Dal fronte economico degli Stati Uniti, una bella iniezione di ottimismo in vista della stagione dello shopping festivo e’ arrivata dall’indice della fiducia dei consumatori del Conference Board, risalito in novembre sopra le attese, dopo i minimi di marzo 2009 testati in ottobre. Si tratta del maggior rialzo da otto anni a questa parte, quattro deviazioni standard sopra i livelli di un mese fa.
I dati sui prezzi delle case nei 20 maggiori centri urbani del paese sono invece risultati inferiori alle stime, segnale che il mercato immobiliare e’ ancora in difficolta’.
Tra i singoli titoli, particolarmente colpiti dai sell quelli di Morgan Stanley e Tiffany. Le azioni della catena di gioiellerie si muovono controtendenza, in calo dell’8,69% in risposta alle linee guida deludenti emesse, che hanno messo in secondo piano gli utili migliori del previsto nell’ultimo trimestre.
Nel frattempo la compagnia aerea AMR, societa’ madre di American Airlines, ha ufficialmente presentato richiesta per ricorrere all’amministrazione controllata, che consentira’ alla societa’ di riorganizzarsi. I titoli, come e’ facile prevedere, cedono l’84%.
Sul fronte valutario, l’euro ha abbandonato la soglia a quota $1,34 riagguantata dopo l’asta, arrivando nei confronti del dollaro a quota $1,3315, mentre contro il franco svizzero è rimasto piatto a CHF 1,2262. La moneta unica ha perso contro lo yen a JPY 103,69.
Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio sono tornati a salire sulla scia delle tensioni geopolitiche che hanno visto protagonista l’Iran ma hanno poi rallentato il passo, seppur lievemente, salendo a $99,79 al barile; in calo le quotazioni dell’oro a $1,713,40 l’oncia.
Quanto ai Treasuries, i rendimenti del decennale si attestano a 1,991%. I rendimenti dei titoli di stato Usa a 30 anni scendono sotto gli omologhi tedeschi per la prima volta da maggio 2009.