New York – Prima parte di seduta debole per i principali indici della borsa Usa: l’attenzione è sempre sulle notizie che arrivano dall’Europa e sul tema “Grexit”, così come è stato coniato, ovvero sul rischio che la Grecia lasci l’euro. Bruciati i guadagni iniziali dovuti alle speculazioni circa una nuova iniezione di liquidita’ da parte della banca centrale europea.
Alla fine il Dow Jones cala di 74,92 punti a 12.454,83 punti cedendo lo 0,60%. Il Nasdaq cala di 1,85 punti, a 2.837,53 punti, con una flessione dello 0,07%. Lo S&P 500 si ferma a 1.317,82 punti, cedendo 2,86 punti (-0,22%). Sono state le incertezze d’Oltreoceano alla vigilia del week-end a frenare gli acquisti degli investitori, al termine di una settimana che ha visto nel suo complesso Wall Street tornare positiva dopo quattro settimane in rosso.
A rassicurare i mercati ieri ci aveva pensato Mario Monti, che ha escluso un’eventualita’ del genere. Ma oggi la dura realta’ e la fase di stallo politico sono tornate al centro delle preoccupazioni, con Bankia, la terza banca di Spagna, che rischia il fallimento. Primo effetto sui mercati: l’euro ha aggiornato i minimi di 52 settimane a $1,2515.
Malgrado i cali, l’indice allargato S&P 500 si appresta a chiudere la settimana con il migliore risultato degli ultimi due mesi. Non ha un impatto il risulato migliore delle attese sulla fiducia dei consumatori: il dato finale pubblicato dall’Universita’ del Michigan ha evidenziato un buon rialzo in maggio. Le spese contano per circa il 70% della maggiore economia al mondo.
Gli strategist intervistati da Marketwatch affermano che stanno aumentando le aspettative su un intervento della Bce, necessario più che mai visto l’immobilismo dei leader europei. Intanto, lo S&P 500 rimane in rosso di più del 5% dall’inizio di maggio, mentre nello stesso arco temporale l’indice di riferimento dei mercati azionari europei, lo Stoxx 600, ha perso quasi il 5,9%. Come se non bastasse, nell’arco di questa settimana, l’euro è scivolato al minimo degli ultimi 22 mesi nei confronti del dollaro.
Gli strategist di Barclays avvertono che qualsiasi intervento di breve termine da parte della Bce non avrebbe una grande portata. “Il punto è che bisogna fare qualcosa nel breve termine, ma la risposta probabilmente sarà piuttosto limitata, a meno che non ci sarà una ulteriore e grave deterioramento nel sentiment o nelle condizioni economiche”, hanno scritto in una nota.
Dal fronte economico, attesa per la pubblicazione dell’indice della fiducia dei consumatori stilato dall’Università del Michigan.
MERCATO VALUTARIO – L’euro è arrivato a scendere anche sotto la soglia degli $1,25 dollari, fino a un minimo intraday di $1,2495, toccando così il nuovo minimo degli ultimi due anni. Passate le 17 la moneta unica riduce le perdite e scende nei confronti del biglietto verde dello 0,18%, a $1,2515; euro/yen -0,18% a JPY 99,60. Dollaro/yen +0,05% a JPY 79,60.
MATERIE PRIME – I futures con consegna luglio sul petrolio Usa al Nymex segnano un lieve rialzo, +0,17% a $90,18 al barile. Quotazioni oro +0,39%, a $1.565,90.