Gli indici azionari statunitensi sono scesi oggi a causa delle preoccupazioni per il piano della Federal Reserve di continuare ad aumentare i tassi di interesse per lottare contro l’inflazione, anche a costo di un rallentamento economico.
Il presidente della Fed Jerome Powell ha affermato venerdì che l’economia statunitense avrebbe bisogno di una politica monetaria restrittiva “per qualche tempo” prima che l’inflazione sia sotto controllo, facendo crollare i principali indici di Wall Street di oltre il 3%. Le osservazioni schiette e da falco di Powell hanno vanificato le speranze che la banca centrale statunitense ricorra a modesti aumenti dei tassi, dopo che i dati recenti hanno suggerito che le pressioni sui prezzi si stavano allentando.
I titoli tecnologici fanno crollare gli indici azionari
I titoli di punta della tecnologia e della crescita come Apple Inc, Microsoft Corp e Tesla Inc sono scesi tra lo 0,6% e l’1,3% nelle prime contrattazioni, colpiti dall’aumento dei rendimenti dei Treasury statunitensi.
Il rendimento dei Treasury USA a due anni, particolarmente sensibile alle aspettative sui tassi di interesse, ha brevemente scalato il massimo degli ultimi 15 anni, mentre la curva dei rendimenti, misurata dal divario tra i rendimenti a due e quelli a 10 anni, osservata attentamente, è rimasta fortemente invertita.
Un’inversione è vista da molti come un segnale di una recessione imminente.
Gli indici azionari americani hanno perso ulteriore terreno: il Dow Jones Industrial Average è sceso dello 0,82%, l’ S&P 500 è sceso dello 0,74% e il Nasdaq Composite è calato dello o 0,68%.
L’indice di volatilità del CBOE, l’indicatore di paura di Wall Street, ha raggiunto il massimo di sette settimane di 27,03 punti.
I titoli energetici sono aumentati dello 0,7%, registrando un aumento di oltre l’1% dei prezzi del petrolio poiché i potenziali tagli alla produzione da parte dell’Opec+ e il conflitto in Libia hanno contribuito a compensare un dollaro Usa forte.