Chiusura positiva per l’azionario americano, con l’S&P 500 e il Dow Jones che hanno superato rispettivamente resistenze chiave che nelle due sedute passate avevano impedito ai listini di spingersi piu’ in alto. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,7% a quota 12.170,56, mentre il Nasdaq avanza dell’1,41% in area 2.73,42 e l’S&P 500 lo 0,94% a quota 1.309,69.
Da un paio di giorni gli investitori sembrano avere messo da parte i timori riguardanti l’instabilita’ della regione araba, il pericolo di radiazioni in Giappone e la crisi del debito sovrano, per concentrarsi sulle prospettive di crescita dell’economia. E domani verra’ annunciato il dato finale sul Pil del quarto trimestre. Nel frattempo cresce l’attesa per la nuova stagione trimestrali che prende ufficialmente il via tra due settimane, con i conti di Alcoa, e da cui ci si aspetta notizie positive,
Il Dow ha guadagnato quasi 150 punti nelle ultime due sedute. Tra le blue chip si mettono in bella mostra Home Depot, Hewlett-Packard e Wal-Mart, mentre Bank of America e Cisco cedono quota. L’indice di volatilita’ Vix, considerata misura attendibile della paura che aleggia sui mercati, e’ sceso in area 18. I volumi sono stati sotto la media.
I listini hanno lasciato per strada parte dei guadagni iniziali dopo che sono stati pubblicati i dati macro. Le richieste di sussidio di disoccupazione sono risultate sostanzialemente in linea, ma gli ordini di beni durevoli hanno ampiamente deluso, scivolando dello 0,9% in febbraio, a fronte di attese per un incremento dell’1,1%. Il mercato ha pero’ ripreso a correre aiutato sopratutto dalla prova molto buona dei tecnologici. In denaro anche tlc e beni al consumo discrezionali.
I trader si lasciano dunque alle spalle sia le tensioni in Medioriente che in Libia, dove un caccia dell’areonautica francese ha colpito e abbattuto un aereo delle forze di Gheddafi, che ha violato la “no-fly zone”. Fa specie che anche i problemi che riguardano i Piigs, in particolare il Portogallo e la Spagna, siano passati in secondo piano. Nel frattempo c’e’ fiducia nell’impatto positivo che i progetti di ricostruzione in Giappone avranno sull’economia mondiale.
Tuttavia i segnali di tensione non mancano: i rendimenti dei decennali portoghesi a due e dieci anni sono schizzati a nuovi record dopo la notizia delle dimissioni rassegnate dal premier Jose Socrates , sconfitto in Parlamento per la bocciatura del suo piano di austerita’ sui conti pubblici. Occhi rivolti anche alla Spagna, che ha assistito al downgrade di ben 30 banche da parte di Moody’s. La situazione per la Spagna e il Portogallo- che fanno parte dei Piigs – è di fatto preoccupante.
Ma nonostante tutto, sul fronte valutario l’euro torna a rimbalzare oltre quota $1,41. Finche’ la Spagna tiene, tiene anche l’Europa. Anche se, come ha avvertito Warren Buffett, non e’ da escludere la possibiltia’ di un crack dell’euro.
In Libia intanto prosegue il conflitto armato nei cieli. Per il quinto giorno consecutivo raid della coalizione hanno colpito obiettivi strategici nella notte, ma cio’ non ha impedito alle forze lealiste del colonnello Gheddafi di continuare a prendere d’assalto le citta’ presidiate dai ribelli. In Israele, le forze della Difesa hanno colpito una serie di obiettivi a Gaza, dopo che altri missili sono partiti dalla Striscia esplodendo oltre confine.
Nel frattempo la situazione si fa sempre piu’ tesa in Siria, dove le forze di sicurezza stanno sedando le proteste con la violenza nella citta’ meridionale di Daara, dopo che almeno 25 persone sono state uccise nei pressi di una moschea. In Yemen, gli oppositori al regime di Saleh stanno preparando una manifestazione per domani che si chiamera’ “Il giorno della Dipartita”. Le forze leali al presidente si sono scontrate con alcune divisioni dell’esercito che nei giorni scorsi sono passate dalla parte dei ribelli.
Sugli altri mercati, i contratti del petrolio con scadenza maggio del greggio arretrano di $0,6 a $105,14 il barile. I contratti con scadenza aprile dell’oro, dopo aver segnato un nuovo record, subiscono un’improvvisa frenata e chiudono in flessione di $9,7 a $1428 l’oncia. Sul fronte valutario l’euro guadagna terreno sul dollaro (+0,6%) in area $1,4172. Quanto ai Treasury, il rendimento sul decennale vale il 3,404%, in progresso di 5,6 punti base.