NEW YORK (WSI) – Chiude il rialzo la seduta odierna di Wall Street. Lo scatto in avanti dopo una prima parte di giornata trascorsa in rialzo e in ribasso e’ dovuto ancora una volta dal petrolio, che per il secondo giorno di fila ha invertito rotta chiudendo in rally (+2,9% a 33,07 dollari al barile). Anche i mercati azionari americani ignorano il crollo della Borsa cinese provocato dai timori legati alla mancanza di liquidità. L’indice di Shanghai ha perso il 6,4%, il calo più accentuato in due mesi.
Nelle finale, il Dow Jones, il paniere delle blue chip segna un rialzo dell’ 1,29% a 16.697 punti, il Nasdaq sale dello 0,87% a 4.582 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un guadagno dell’1,15% a 1.952 punti. Le parole di Bullard della Fed pronunciate alla CNBC che aprono la strada anche a un possibile quarto Quantitative Easing sostengono gli indici.
Il tutto si verifica all’indomani di una seduta in cui gli indici avevano saputo cancellare ampie perdite finendo in positivo e permettendo al Dow Jones di mettere a segno il recupero intraday piu’ grande dal novembre 2008.
Qualche attimo dopo che la piattaforma di trading Euronext si è fermata a causa di ‘difficoltà tecniche’ che hanno provocato l’interruzione degli scambi in alcune parti del mercato, senza però impedire all’indice di riferimento EuroStoxx 600 di salire di prezzo, il New York Stock Exchange ha avuto problemi tecnici simili.
Sul versante macro il mercato sta digerendo i dati sui nuovi sussidi disoccupazione e sugli ordini di beni durevoli.
Nel dettaglio, le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono salite di 10.000 unita’ a 272.000, due mila piu’ delle attese. Il dato e’ comunque sotto la soglia psicologica pari a 300.000 unita’ da quasi un anno.
Gli ordini di beni durevoli sono balzati del 4,9% a gennaio, primo rialzo dopo due mesi di fila in calo. Gli ordini di aerei hanno aiutato a sostenere il dato, comunque in rialzo dell’1,8% se depurato dalla componente dei trasporti. Una misura chiave per vedere come le spese aziendali in attrezzature stanno andando (gli ordini di beni capitali esclusa la difesa) e’ salita del 3,9% da dicembre, l’incremento maggiore dal giugno 2014. Il dato e’ comunque lontano dal picco del settembre di quell’anno.
Sul fronte della Federal Reserve, il falco James Bullard si conferma piu’ colomba del previsto. Il presidente della Fed di St. Louis ha ribadito di essere contrario a ulteriori rialzi dei tassi dopo quello dello scorso dicembre alla luce di un “declino delle aspettative del mercato sull’inflazione“.
Sul valutario si raddrizza al performance della sterlina nonostante le paure di Brexit. Tra le materie prime,
Per il secondo giorno di fila il petrolio Wti ha saputo chiudere in positivo recuperando vistosamente quota rispetto ai cali visti nel durante. Diversamente da ieri, il balzo e’ notevole: al Nymex il contratto ad aprile ha guadagnato il 2,9% a 33,07 dollari al barile. A mettere il turbo alle quotazioni sono state le dichiarazioni del ministro petrolifero del Venezuela: in un’intervista trasmessa da una tv del suo Paese, Eulogio Del Pino ha detto che si incontrera’ a meta’ marzo con i colleghi di Russia, Arabia Saudita e Qatar per discutere su come stabilizzare i prezzi.
Secondo il Wall Street Journal i soldi degli investitori stranieri dovrebbero scarseggiare nel mercato del reddito fisso cinese. Per poter stimolare la crescita in frenata, intanto, la banca centrale del paese ha chiesto al governo di tollerare un deficit fiscale più alto in vista del vertice del G20 di venerdì a Shanghai. Le autorità riconoscono che affidarsi ai prestiti a basso costo presso le banche non è più sufficiente.