New York – L’entusiasmo per l’investimento di Warren Buffett in Bank of America per 5 miliardi di dollari dura il tempo di una mezz’ora. Il sentiment sui mercati e’ cambia e gli indici Usa hanno virato in territorio negativo, per poi incrementare le perdite, fino alla fine.
In chiusura, lo S&P500 ha perso l’1,56%, a quota 1.159,27. Giù anche il Dow Jones che arretra dell’1,51%, a 11149,90. Peggio fa il Nasdaq, che scivola dell’1,95%, a 2.419,63. Gli acquisti sui Treasury fanno scendere i rendimenti a 10 anni al 2,214%.
Rimane sotto i riflettori il balzo del titolo BofA, che è arrivato a guadagnare più del 20% dopo la notizia, per chiudere in rialzo a +9,44% a quota $7,65. In crescita anche altri titoli finanziari, con Citigroup che balza del 3,90% e JP Morgan che fa +1,93%. Buy anche su Morgan Stanley (+5,33%) e Wells Fargo (+2,13%). Ma alla fine della giornata agli indici non e’ servita a nulla la notizia dell’investimento di Buffett in Bank of America (come non servi’ quando il miliardario nell’ottobre 2008 compro’ quote di General Electric per sostenere la borsa di New York: oggi i titoli GE sono fermi allo stesso prezzo di 3 anni fa, sotto quota $16).
Altro grande market mover della giornata è Apple, che sconta l’addio dalla posizione di amministratore delegato di Steve Jobs, fondatore del colosso dell’iPod. Il titolo limita comunque i ribassi e al momento cede quasi il 2%.
In generale, gli investitori continuano a sperare nel miracolo Bernanke, ovvero nell’arrivo di una nuova manovra di politica monetaria espansiva che potrebbe essere annunciata proprio domani, alle 16 ora italiana. Nei giorni scorsi sono circolate indiscrezioni secondo cui la Fed potrebbe iniettare nel sistema finanziario americano altri $600 miliardi di dollari.
Tuttavia, nelle ultime ore sono arrivate anche dichiarazioni di analisti che hanno smorzato le aspettative di un nuovo QE3. Alcuni esperti iniziano a pensare infatti che forse le aspettative siano troppo alte, e che alla fine la Fed non agirà come il mercato spera; o che, in caso contrario, la manovra non sarà annunciata domani.
Secondo Roberto Perli, managing director presso International Strategy & Investment Group di Washington, la Fed potrebbe ritenere prematuri gli acquisti dei bond, visto che probabilmente anche gli altri membri dell’istituto non prevedono né una recessione né una disinflazione.
Rob Dugger, managing partner di Hanover Investment e regolare partecipante al meeting di Jackson Hole, sottolinea poi alla radio di Bloomberg che “venerdì i mercati saranno delusi” dal discorso del timoniere della Banca centrale americana.
John Kattar, responsabile degli investimenti presso Eastern Investment Advisors di Boston, dichiara sempre a Bloomberg che “all’inizio di questa settimana le attese sul discorso sono state piuttosto elevate, e si è scommesso sull’arrivo di un annuncio decisivo. Ma io ritengo questo annuncio molto improbabile”. Infine, James Dunigan, responsabile degli investimenti per PNC Wealth Management afferma convinto: “chi crede che stiamo per ricevere un annuncio su stimoli aggiuntivi da parte della Fed sarà deluso”.
Prima dell’inizio della sessione è stato reso noto il dato relativo alle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione. L’indicatore non è stato confortante, visto che le richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione sono salite di 5.000 unità a quota 417.000, molto di più rispetto ai 400.000 attesi dal consensus. Sotto i riflettori, dunque, di nuovo le preoccupazioni sul mercato del lavoro statunitense e la necessità, secondo i mercati, che Bernanke faccia qualcosa per risollevare la congiuntura anemica degli Stati Uniti.
Sul fronte delle commodities, l’oro dimezza le perdite, cedendo l’1,14% circa e attestandosi a quota $1.721,40 l’oncia.
Virano in rosso i futures sul petrolio che, dopo aver superato quota $85, fanno dietrofront e si attestano a $83,56 il barile, cedendo quasi il 2%.
Sul fronte valutario l’ euro perde ora terreno contro il dollaro, attestandosi a $1,4354 (-0,38%). La moneta unica recupera torna a cedere anche contro il franco svizzero a CHF 1,1453 (-0,11%), mentre sale anche sullo yen, a 110,98 (di appena +0,04%). Anche il dollaro recupera terreno sullo yen, a quota 77,12.