New York – Wall Street in calo, nonostante la pubblicazione del dato relativo alle vendite di nuove case, che nel mese di maggio sono salite +7,6% attestandosi al record dalla primavera del 2010.
La notizia non basta a migliorare il sentiment degli operatori, alle prese con il pessimismo sull’Ue, alimentato anche dalla notizia secondo cui Moody’s taglierà il rating del sistema bancario spagnolo a “junk”, ovvero a spazzatura.
Euro a $1,2501. E’ ancora una volta l’Europa a condizionare l’andamento dei mercati americani, che nell’ultimo periodo non riescono a trovare sufficiente appiglio nei dati macro che vengono diffusi in casa.
In chiusura il Dow Jones perde -138,12 punti (-1,09%), a quota 12.502,66 punti, mentre il Nasdaq cede -56,26 punti (-1,95%), a 2.836,16. In rosso anche lo S&P500, che arretra -21,30 punti (-1,60%), a 1.313,72.
La scorsa settimana l’indice S&P500 ha ceduto -0,6%, dopo il rally delle due settimane precedenti. La Federal Reserve ha confermato l’outlook preoccupante per l’economia Usa e le materie prime sono entrate in mercato orso, spingendo al ribasso i titoli del settore energetico.
Ma sono i timori su un crack finale dell’Eurozona a tenere gli investitori alla finestra. Dopo l’incontro a 4 che si è tenuto a Roma tra il premier italiano Mario Monti, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Francois Hollande e il premier spagnolo Mariano Rajoy, i mercati hanno avuto l’ennesima prova che i leader europei sono ancora lontani dal trovare un accordo su come affrontare la crisi.
Le due proposte che vengono auspicate da molti economisti – oggi l’investitore miliardario George Soros ha anche “dato ragione” a Monti auspicando la creazione di un fondo che acquisti bond di Italia e Spagna – continuano a essere rifiutate categoricamente dalla Germania, e le aspettative del meeting, in calendario il 28-29 giugno del Consiglio europeo sono caratterizzate da un forte scetticismo, e anzi, dal timore che il Vecchio Continente stia perdendo solo del tempo prezioso.
Tra gli indicatori che confermano il nervosismo che agita i mercati americani, l’indice Markit CDX North America Investment Grade Index, che indica l’andamento dei credit default swap dell’America del Nord, ovvero del rischio paese. E che punta verso l’alto, attestandosi sopra quota 118 punti base.
Della dichiarazione di Soros, che afferma che l’euro potrebbe dissolversi nel caso in cui l’Europa non riuscirà a trovare un accordo neanche nella imminente riunione, beneficiano gli asset rifugio per eccellenza, dunque anche i Treasury, che vedono i rendimenti imboccare nuovamente il trend negativo.
“Siamo in presenza di un trading contro il rischio, – spiega in una intervista a Bloomberg Justin Lederer, strategist dei tassi di interesse presso Cantor Fitzgerald a New York – Continuiamo ad andare avanti e indietro a seconda delle preoccupazioni che arrivano dall’Europa. Gli investitori vorrebbero essere ottimisti, ma c’è così tanta incertezza.
I trader si rifugiano così in giornate come queste sui Treasury e sui Bund tedeschi. E i Treasury americani, scrive Bloomberg, stanno outperformando il mercato globale dei bond dell’1,3%, dopo essere rimasti indietro del 2,4% nel trimestre precedente. Al momento gli acquisti dei Treasury a 10 anni portano i rendimenti decennali a perdere -3,68% all’1,61%.
La Banca dei Regolamenti Internazionali (Bri) avverte poi che le banche centrali hanno ormai sempre meno potere e capacità di stimolare la ripresa economica globale. Tocca ora ai governi, a lungo fermi, fare la loro parte. Allo stesso tempo, l’istituto lancia l’allarme sui derivati, precisando che i grandi colossi bancari non hanno affatto imparato la lezione del 2008 e continuano a mettere in atto attività speculative che rischiano di creare nuovi casi Lehman Brothers.
Intanto, la Fed di Chicago ha reso noto che la media degli ultimi tre mesi dell’indice che misura l’attività economica nazionale ha testato a maggio il minimo dal giugno del 2011, scendendo a -0,34, dai -0,13 di aprile. Da segnalare che un dato inferiore a -0,7 indica che probabilmente è già iniziata una recessione. Il dato odierno sulla vendita di nuove case rappresenta comunque un timido barlume di speranza. [ARTICLEIMAGE]
TITOLI
Tra i titoli scambiati a Wall Street Intel in calo, dopo che Patrick Wang, analista di Evercore, ha scritto in una nota che feedback negativi sulla società possono portare a un indebolimento della domanda dei sui prodotti, dunque a un calo degli utili attesi. E il prossimo trimestre dovrebbe essere negativo, a livello stagionale, per l’intero settore. Vendite in generale sul comparto hi-tech: cedono anche Microsoft e Hewlett-Packard. L’indice rappresentativo dei semiconduttori, il Philadelphia Semiconductor Index è in ribasso.
Research in Motion, la società produttrice dei BlackBerry, starebbe considerando la possibilità di separare il business in due, da una parte la produzione del dispositivo mobile, dall’altra il sistema network, stando a quanto riporta il Sunday Times.
Sell sui finanziari – Bank of America -4,28%, JPM -1,86%, Citigroup -4,43%, Morgan Stanley -4,67%, Goldman Sachs -2,57%, American Express -1,30%.
In ambito valutario, l’euro sul dollaro a $1,2501. Euro/yen -1,59% a JPY 99,53; dollaro/yen a JPY 79,62.
Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio arretrano a quota $79,21 al barile, mentre le quotazioni dell’oro si attestano a $1.588,40 l’oncia.
I MARKET MOVER DI WALL STREET
VOLATILITA’ NEI PREZZI DELL’ORO
COSA DEVONO ASPETTARSI GLI INVESTITORI DALLA NUOVA STAGIONE DEGLI UTILI?