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Wall Street in rally nel giorno della Fed

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NEW YORK (WSI) – Chiude in positivo la Borsa Usa con il Dow che segna la sua migliore sessione dell’anno. Gli investitori hanno festeggiato il rally nel settore energetico e l’impegno della Federal Reserve ad adottare un atteggiamento “paziente” nell’adozione delle decisioni future di politica monetaria.

Nel finale, il Dow guadagna l’1,69% a 17.356 punti, lo S&P 500 cresce del 2,04% a 2.012 mentre il Nasdaq segna +2,12% a 4.644 punti.

Tornando alla Fed, al termine della riunione del Federal Open Market Committee, i governatori hanno deciso di lasciare invariati i tassi di interesse nel range compreso tra lo 0 e lo 0,25%, livello a cui si trovano dal dicembre 2008. La decisione era ampiamente scontata.

“Alla fine di ottobre, quanto è terminato il programma di acquisti di bond, abbiamo indicato che i tassi sarebbero rimasti bassi per un periodo considerevole di tempo. Ora che la fine di quel programma recede nel passato, è apparso più appropriato modificare la forward guidance (con il riferimento alla pazienza), il che significa che continueremo a guardare con grande attenzione l’andamento dei dati macroeconomici da cui dipenderanno le nostre decisioni” ha detto il governatore della Fed Janet Yellen in conferenza stampa a Washington.

Pur confermando nel comunicato di questa sera il riferimento fatto a ottobre a “un tempo considerevole” prima dell’aumento dei tassi, oggi il Fomc ha cambiato leggermente lo spazio temporale di riferimento. La Yellen ha spiegato di ritenere improbabile un inizio della normalizzazione nell’arco dei prossimi due incontri del Fomc, ma dopo, a seconda dell’andamento dei dati su occupazione e inflazione, tutto diventa possibile.

Secondo quanto emerso dal dibattito in seno al consiglio, i governatori attendono che i tassi siano al 2,5% entro la metà del 2016 per arrivare a un livello “normalizzato” entro la fine del 2017.

Oggi la pubblicazione dei dati sull’inflazione hanno confermato un ulteriore raffreddamento dei prezzi a novembre. Il Dipartimento del Lavoro ha comunicato oggi che l’indice dei prezzi al consumo è calato a novembre dello 0,3%, quando i prezzi erano rimasti fermi. Si è trattato del più forte calo dal dicembre del 2008. Gli economisti avevano previsto un calo dello 0,1%. Su base annua l’inflazione è risultata pari all’1,3%

Nel frattempo, è salito a sorpresa il deficit delle partite correnti Usa. Nel terzo trimestre, secondo quanto comunicato dal dipartimento del Commercio, il saldo e’ negativo per 100,26 miliardi di dollari con un incremento del 2%. Le stime degli analisti indicavano una lettura a 100,1 miliardi. Rivisto il dato del II trimestre a 98,42 miliardi da 98,51 miliardi di dollari.

Indicazioni poco positive dal dato relativo alla richiesta di mutui su base settimanale, che indica una scarsa propensione all’acquisto di case, nonostante i tassi sui mutui siano scesi la scorsa settimana al minimo dal maggio 2013. Di fatto, il volume di richieste di mutui è sceso -3,3% su base settimanale, secondo la Mortgage Bankers Association.

Sul mercato valutario, euro in flessione sul dollaro. La moneta unica vale 1,2492 sul biglietto verde. Ieri, secondo le rilevazioni della Bce, veniva scambiato a 1,2537.

Tra le materie prime, il petrolio perde ancora terreno. I prezzi del Brent sono scesi sotto i $60 al barile. I futures sul greggio WTI per la seconda seduta di fila ha chiuso al rialzo a New York. Il contratto a gennaio ha aggiunto 54 centesimi a 56,47 dollari al barile.

. (Lna-Mt)