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Wall Street in rosso, crescono i timori per il fiscal cliff

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New York -Chiusura in rosso per Wall Sreeet, che ha archiviato la seduta in calo spinta al ribasso dalle nuove difficoltĂ  emerse tra repubblicani e democratici per scongiurare il fiscal cliff, aumento delle tasse e taglio alle spese per un ammontare complessivo di 607 miliardi di dollari. A questo proposito, il leader della maggioranza al Senato, Harry Reid, ha avvertito che sono stati fatti finora dei piccoli progressi nelle trattative sul budget e che restano solo un paio di settimane per trovare un compromesso.

Il Dow Jones ha perso lo 0,69% a quota 12878,13; il Nasdaqha ceduto lo 0,30% a 2967,79 punti . Segno meno anche per lo S&P500 che ha lasciato sul parterre lo 0,52% a 1.399 punti.

Non basta a risollevare i mercati la pubblicazione dell’indice della fiducia dei consumatori che si è attestato ben oltre le stime, al massimo dal febbraio del 2008, ovvero in più di quattro anni.

L’uffico di Budget del Congresso Usa, ovvero il Congressional Budget Office ha affermato che un eventuale fallimento nell’evitare il cosiddetto fiscal cliff potrebbe tradursi in una recessione negli Stati Uniti, portando il tasso di disoccupazione al 9% circa, rispetto al 7,9% dello scorso ottobre.

Guardando agli altri dati resi noti nella sessione odierna, nel mese di ottobre gli ordini dei beni durevoli hanno riportato una performance invariata. Il dato è stato migliore delle stime.

Occhio anche all’indice stilato congiuntamente da S&P e Case Shiller che monitora l’andamento dei prezzi delle case. L’indicatore è salito per il sesto mese consecutivo, a conferma del fatto che il mercato immobiliare americano si trova “nel mezzo della ripresa”, come si legge anche nel rapporto.

“Stiamo entrando in una fase che stagionalmente risulta debole. Ma nonostante questo, i prezzi continuano a migliorare”, ha commentato David Blitzer, presidente della commissione degli inidici presso S&P Dow Jones Indices. Tra le 20 città monitorate dalla commissione, 13 hanno registrato rialzi su base mensile. Su base annua, il dato ha fatto a settembre +3%, praticamente in linea con le stime degli analisti. L’incremento è il più sostenuto dal luglio del 2010.

Tra i bancari Bank of America ha perso l’1,8% e J.P. Morgan Chase & Co l’1,5%. Seduta in rosso anche per Hewlett-Packard (- 3%) dopo le dichiarazioni dell’ex CEO di Autonomy che ha respinto le accuse del gruppo statunitense secondo cui i suoi bilanci conterrebbero delle gravi irregolarità. Sale Facebook, che ha guadagnato lo 0,8%, dopo la promozione di Sterne Agee che ha alzato il target per il titolo del social network da 26 a 32 dollari.

Sugli altri mercati, in ambito valutario, l’euro vira in rosso dopo previsioni Ocse, e fa -0,37% a $1,2924, scendendo dalla soglia riagguantata in precedenza a $1,30; dollaro/yen +0,19% a $82,22; euro/yen -0,15% a JPY 106,28.

Sul fronte delle commodities, commodities, i futures sul petrolio +0,07% a $87,80 al barile, mentre quotazioni oro -0,14% a 1.747,20 l’oncia. Quanto ai Treasuries, i rendimenti sul decennale sono in flessione -0,31% all’1,66%.

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