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Wall Street in solido rialzo, ma lontana dai massimi intraday

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New York – Wall Street prosegue l’ultima giornata di contrattazioni della settimana in rialzo, sia grazie alla performance delle borse europee che per le buone notizie di “casa”, che vedono protagonisti i risultati di bilancio migliori delle attese del motore di ricerca numero uno al mondo, Google. Il titolo, che è balzato fino a +8,1% in premercato, guadagna ora quasi il 7%.

Alle 17.25 ora italiana, lo S&P 500 sale di 9,10 punti (+0,76%), a quota 1.212,76 punti, mentre il Dow Jones guadagna di 91,50 punti (+0,80%), a 11.569,63; in rialzo anche il Nasdaq, che avanza di 21,83 punti (+0,83%), a 2.642,07.

Sempre nel settore tecnologico, Apple avanza del 2%, dopo aver testato il nuovo record di tutti i tempi, a quota $418,80. Le quotazioni del colosso beneficiano del successo del lancio del nuovo iPhone 4S. E per questo motivo salgono anche le quotazioni delle società wireless che offriranno il prodotto comeVerizon +0,51% e Sprint +3,78%. At&t invece azzera i guadagni iniziali.

Apple e Google galvanizzano comunque il settore hi-tech, con l’indice dei semiconduttori, il Philadelphia Semiconductor Index, che è arrivato a balzare più del 2%. Ma vanno bene anche i titoli energetici, sulla scia del forte incremento dei prezzi del greggio, che sul Nymex segnano un balzo di quasi il 3%.

Riguardo ai finanziari, il comparto si conferma invece debole, con JPM +0,48%, Bank of America -0,80%, Morgan Stanley -0,76%, Citigroup -0,22 e Goldman Sachs -0,76%. In questo caso, il comparto soffre la nota di Fitch.

“Nonostante le notizie economiche poco confortanti che sono arrivate nel corso della settimana, c’è una forte propensione al rischio da parte degli investitori – commenta Simon Furlong, trader presso Spreadex, in una nota scritta ai clienti e riportata dal sito Marketwatch – Le preoccupazioni sull’Europa sembrano essere andate dietro le quinte per ora; tuttavia, è bene ricordare che qualsiasi nuova notizia in arrivo dalle autorità europee potrebbe cambiare velocemente tale situazione”.

Diversi i dati economici Usa che caratterizzano la sessione odierna.

Resi noti le vendite al dettaglio e a prezzi alle importazioni. I mercati beneficiano in particolare delle vendite al dettaglio, che sono balzate dell’1,1%, decisamente meglio delle previsioni: a sostenere il dato sono state soprattutto le vendite di auto, salite a settembre del 3,6% – si è trattato dell’incremento più elevato dell’ultimo anno e mezzo – con 1,1 milioni di veicoli venduti. Riguardo ai prezzi alle importazioni, questi sono saliti dello 0,3%, ben più delle attese, confermando il forte impatto della componente energetica sull’inflazione.

Deludente è stato invece l’indice sulla fiducia dei consumatori stilato dall’Università del Michigan. L’indicatore preliminare del mese di ottobre è infatti sceso a 57,5 punti contro i 60 punti attesi dal consensus e i 59,4 punti di settembre. Le scorte di magazzino delle imprese sono aumentate invece dello 0,5%, poco più delle attese del consensus.

Sul fronte valutario la propensione al rischio provoca un solido rialzo dell’euro che guadagna lo 0,64% nei confronti del dollaro a quota $1,3865, mentre contro il franco svizzero è piatto a CHF 1,2378. La moneta unica sale poi contro lo yen dell’1,24%, a JPY 107,21.

Sul fronte delle commodities, i futures sul petrolio sono in rialzo del 2,68%, a quota $86,48 al barile. In crescita anche le quotazioni dell’oro, che salgono dello 0,22%, a $1.672,20.