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Wall Street in vena di acquisti pre Thanksgiving

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La paura che ieri aveva messo a tappeto i listini si e’ dissolta permettendo a Wall Street di chiudere non lontana dai massimi di seduta alla vigilia del Giorno del Ringraziamento. Il Vix, ieri salito del 12%, oggi ha subito un calo del 5.19% a 19.56.

Il Dow e’ salito dell’1.37% a 11187.28 (+150.91 punti), su dell’1.93% il Nasdaq a 2543.12 (+48.17 punti), rialzo dell’1.49% a 1198.35 per l’S&P 500 (+17.62 punti) dove oltre il 90% dei titoli ha visto il segno piu’.

Proprio in vista della festa nazionale alcuni operatori hanno gia’ fatto le valigie, come dimostrato dai volumi che sono sotto la media. Sul NYSE passate di mano 900 milioni di azioni contro il miliardo che generalmente viene registrato.

Gli acquisti sono stati dettati, oltre che da una voglia di rimbalzo, da una serie di dati macro migliori del previsto. Snobbati quelli invece che hanno deluso.

I sussidi di disoccupazione sono calati a sorpresa di 34000 unita’ a 407000. Si tratta dei minimi del 2008. Il reddito personale e’ cresciuto a ottobre, mentre sotto le attese sono le spese al consumo mentre l’inflazione (il PCE core) e’ scesa ai minimi record del 1960. La fiducia dei consumatori misurata dall’universita’ del Michigan e’ cresciuta ai massimi di cinque mesi.

Altre brutte notizie invece dall’immobiliare. Le vendite di nuove case sono scese a ottobre ai minimi del 2007, appena prima della crisi, con prezzi mai cosi’ bassi. Tra l’altro, rispetto al picco del real estate del 2005 il calo nelle vendite e’ dell’80%. A cio’ si aggiunge la delusione legata agli ordini di beni durevoli, con un calo decisamente piu’ ampio delle stime.

Intanto e’ scattato il primo arresto nella vasta indagine su quello che potrebbe essere il piu’ grosso caso di insider trading. Si tratta di Don Chu, che ha lavorato per Primary Global Research, societa’ della Silicon Valley specializzata nel cosiddetto “expert network” ossia nel fare rete nella circolazione di informazioni lungo la filiera delle istituzioni finanziarie, dagli analisti ai gestori ed hedge fund.

Sul fronte societario, Nike (NKE, +1.49%) ha toccato a livello intraday i massimi di sempre. Oracle (ORCL, +2.2%) ha avuto la meglio sulla tedesca Sap (SAP, -1.1%). Termina una vicenda legale su violazione di brevetti con un pagamento da $1.3 miliardi. La catena di gioellerie Tiffany (TIF, +5.25%) ha registrato utili trimestrali in rialzo del 27% e rivisto all’insu’ l’outlook per l’anno.

L’entuasiasmo a Wall Street ha contagiato anche i listini in Europa dove, dal fronte macro, si ricorda il rialzo record a novembre dell’Ifo motivo per cui il DAX a Francoforte ha registrato un +1.8%. Il FTSE a Londra ha segnato +1.4%, su dello 0.5% l’IBEX a Madrid e il PSI in Portogallo mentre il FTSE/MIB a Milano ha chiuso con -0.05%.

Mista la seduta in Asia. In Giappone il Nikkei ha ceduto lo 0.8%, l’Hang Seng a Hong Kong ha guadagnato lo 0.6%, in Cina il Shanghai Composite ha messo a segno un +1.1%, il Sensex in India ha invece ceduto l’1.2%. Forte rimbalzo dei titoli coreani a New York all’indomani del ritorno di tensioni geopolitiche.

Si segnala il permanere comunque delle tensioni legate al debito sovrano con i rendimenti sui bond irlandesi che in mattinata hanno puntato verso il 9% mentre il cds per proteggersi contro il rischio di default dell’Italia ha toccato un nuovo record. Da notare l’allargamento degli spread di Spagna, Portogallo e Irlanda.

Su Dublino pesa anche la decisione di S&P, stamane, di tagliare il rating. Il governo irlandese ha presentato il piano quadriennale di risanamento del deficit da 15 miliardi di euro. Da Dublino arrivano i primi dettagli: il deficit di bilancio e’ visto al 9.1% del Pil al 2011 ma scendera’ sotto il 3% tre anni dopo (nel 2010 e’ all’11%). Il debito raggiungera’ il top del 102% del Pil nel 2013 per poi flettere al 100% l’anno successivo. Come atteso, 5 miliardi di euro in rialzi alle tasse e 10 miliardi di tagli alle spese. LE uscite per il welfare sono viste in calo di 2.8 miliardi mentre sono a rischi 24750 dipendenti pubblici. L’Iva passera’ al 22% dal 21% nel 2013 e al 23% nel 2014.

Resta pero’ alta l’allerta sul fronte politico che potrebbe portare a una caduta del governo mettendo a rischio l’implementazione della legge di bilancio. Si preannunciano scioperi e proteste come quelle in corso in Portogallo.

Secondo il Financial Times, il governo irlandese assumera’ una quota di maggioranza nella Bank of Ireland (nel pre-mercato a New York il titolo cede il 23.53%), anche se ha dichiarato che non intende procedere ad una completa nazionalizzazione. Intanto si allarga il numero degli scettici sul destino del paese. Il numero uno di Pimco si aspetta una crisi orribile del sistema bancario locale con effetti che dureranno per un’intera generazione.

A tutto cio’ si aggiungono gli allarmi lanciati dalle banche tedesche e sui rischi che il piano della Merkel potrebbe avere sulle vendite dei bond.

L’outlook della moneta unica rimane decisamente preoccupante. Di fatto, l’euro sta scontando la fuga dal rischio degli investitori in questo periodo di forte incertezza. Solo 48 ore fa veniva scambiato a $1.38.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico, i futures sul petrolio con consegna gennaio hanno registrato un rialzo del 3.2% a quota $83.86 il barile. Le scorte di greggio sono state piu’ alte del previsto. Il derivato con scadenza gennaio dell’oro ha segnato -0.3% a $1373.00 l’oncia. Sul fronte valutario l’euro ha ceduto lo 0.26% a quota $1.3332, perdendo la soglia di $1.34 conquistata nella prima mattinata newyorchese. Il rendimento dei Treasury a 10 anni e’ al 2.9140% dal 2.76% di ieri.