Wall Street inciampa ancora una volta sul finale e cala ai minimi del 2010. Sell sui tecnologici
I listini azionari americani cedono terreno per la seconda seduta consecutiva e ancora una volta si riscontra un’impennata del numero di vendite sul finale. Il Dow ha ceduto l’1.16% a 9816.49 punti, il Nasdaq il 2.04% in area 2173.90, mentre l’S&P 500 l’1.36% a quota 1050.43, con il Doow Jones sotto i minimi assoluti di periodo del “flash crash” del 6 maggio scorso.
Non c’e’ niente su cui gli investitori abbiano potuto aggrapparsi, con la crisi del debito sovrano in Europa che e’ tutt’altro che superata nonostante il nuovo piano di emergenza varato dal Gruppo dei 20 Paesi industrializzati e con i nuovi timori di rallentamento dell’economia Usa, dopo i pessimi dati dal mercato del lavoro di venerdi’ scorso.
A guidare i ribassi nel comparto tecnologico e’ Apple, mentre le banche scivolano dopo che Goldman Sachs e’ stata citata in tribunale dal comitato di indagini sulla crisi finanziaria, con l’obbligo di testimoniare in aula per reticenza, non avendo presentato alcuni documenti che doveva presentare: la Financial Crisis Inquiry Commission ha citato la banca per non aver consegnato la documentazione richiesta.
Apple ha perso quasi il 2% nel giorno in cui l’amministratore delegato Steve Jobs ha lanciato il nuovo iPhone 4. Il modello base costera’ $199, avra’ un nuovo sistema operativo, l’ioS4, e 100 nuove funzioni. Videocamera frontale, un touch screen con uno schermo piu’ nitifo e 9.3 mm di spessore. Nei negozi dal 24 giugno. Sul Nasdaq spiccano anche i cali di Autodesk. I titoli del principale creatore di software di design per i progetti di ingegneria sono stati rimossi dalla Conviction Buy list di Goldman Sachs.
Il mercato Usa si e’ mosso in una fascia di oscillazione molto stretta per 4/5 della seduta. Gli indici non hanno trovato la forza di trovare alcun punto di appoggio per salire, con S&P500 e Dow Jones inchiodati sulla linea di parita’ e il Nasdaq arretrato a -0.4%, spinto al ribasso dal settore semiconduttori (17 titoli su 18 del comparto, in perdita).
Ogni volta che il punto di pareggio e’ stato passato, gli indici sono tornati in rosso. Da quel che si era visto nella prima fase della seduta dunque, gli operatori si aspettavano ci fosse lo stesso tipo di fascia ristretta di trading ma con forzatura della tendenza ribassista anche nella seconda parte (anche per via dell’assenza di altri motivi che fungessero da catalizzatori). Se questo era il quadro a meta’ giornata, a due ore dalla chiusura le vendite sono cresciute di intensita’, il che ha portato il Nasdaq a guidare i ribassi, con un cedimento di -1.7%.
Gli investitori continuano a prendere ispirazione da quello che succede sul mercato valutario. Nella mattina europea sembrava che il mercato Usa fosse destinato ad estendere le pesanti perdite subite venerdi’ quando l’euro e’ scivolato ai nuovi minimi di quattro anni di $1.188. Tuttavia da quel momento la moneta unica ha ripreso quota, favorita anche dai dati macro positivi provenienti dalla Germania, e al momento cede terreno contro la rivale statunitense, ma decisamente sopra i minimi pluriennali.
A livello di notizie non si segnalano grossi scossoni, anche se durante la conferenza dell’Asco molte imprese biotecnologiche hanno annunciato risultati di laboratorio positivi. Ora che la stagione delle trimestrali e’ conclusa molti analisti hanno iniziato ad esprimere i loro giudizi avendo un quadro piu’ chiaro di quello che ci si dovra’ aspettare dal secondo trimestre.
Intanto non si segnalano nuovi sviluppi sul fronte del debito sovrano, ma il rendimento del bond decennale ungherese ha guadagnato 18 punti base oggi, all’8.18%, lievemente sopra quello della Grecia. Si tratta di un rischio notevole rispetto al 2.57% dell’analogo titolo tedesco.
I commenti da panico dei funzionari di governo ungheresi sono preoccupanti e le incertezze rischiano di compromettere ulterioremente la condizione creditizia di Budapest. A livello psicologico il nuovo piano di emergenza da 440 miliardi di euro del G-20 non e’ servito a molto.
Venerdi’ la Borsa Usa ha accusato la peggiore seduta da febbraio dopo che le cifre sul rapporto occupazionale di maggio hanno spiazzato gli investitori, gia’ preoccupati dalla possibilita’ che la crisi del debito sovrano europea possa contagiare anche l’Ungheria.
Ieri, il presidente dell’Eurogruppo dei ministri finanziari della zona euro, Jean-Claude Juncker, ha tentato di placare i timori circa una crisi del debito ungherese e precisato di non essere preoccupato dai livelli attuali dalla moneta unica.
Sul fronte macro nessun dato e’ arrivato prima del suono della campanella. Alle 21 italiane sono state pubblicate le cifre relative al credito al consumo di aprile, cresciuto di $1 miliardo in aprile, a fronte di un consensus che prevedeva un calo di $2 miliardi dopo l’incremento dello stesso valore del mese precedente.
In ambito societario, Talecris Biotherapeutics Holdings fa un balzo notevole dopo che Grifols SA ha accettato di comprare la societa’ per $3.4 miliardi.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio sono in lieve rialzo. I futures con consegna luglio segnano un ribasso lieve di $0.07 attestandosi a quota $71.44 al barile. Sul valutario la moneta unica viaggia a $1.1916 (-0.44%). L’oro guadagna ben $23.10 in area $1239.30. Quanto ai Treasury, il rendimento sul benchmark decennale si trova al 3.1840% dal 3.1950% di venerdi’.