Seduta interlocutoria per i listini azionari statunitensi, con gli investitori che hanno preferito concentrarsi sulle buone notizie ricevute in patria, pur restando consapevoli del pericolo di un contagio della crisi del debito sovrano nell’area periferica dell’Unione Europea. Il Dow ha guadagnato lo 0.08%, l’S&P ha invece perso lo 0.13%, e il Nasdaq lo 0.17%.
L’azionario Usa era stato penalizzato la scorsa settimana dalle paure legate alla situazione fiscale dei PIIGS e dall’ipotesi di una stretta monetaria in Cina, ma oggi il trend e’ cambiato: l’indice delle blue chip e’ stato sorretto dalle buone prove di Hewlett-Packard, Caterpillar e Home Depot. La lettera colpisce invece Disney e Intel.
In un intervento da Bruxelles il commissario europeo Juncker ha detto che “l’Irlanda non e’ ancora sul punto di chiedere aiuti” e “non siamo ancora d’accordo sul bailout”. Le tensioni nate durante il fine settimana sula tenuta di Dublino, per la crisi del debito e soprattutto del sistema bancario, si sono da quel momento stemperate.
Discorso a parte merita l’obbligazionario: gli investitori di bond non dormono sonni tranquilli: il ministro delle finanze portoghese ha sottolineato che Lisbona rischia di dover ricorrere a un piano di salvataggio e intanto l’Irlanda, alle prese con un boom del deficit di bilancio e crisi bancaria, tratta sott-banco con molte ritrosie per un mega piano di salvataggio da parte della Ue fino a 90 miliardi di euro. La situazione PIIGS e’ incadescente, a volte sotto la cenere.
Tuttavia il nervosismo riscontrato nel mercato di New York non e’ esagerato, anzi: l’indice di volatilita’, misura attendibile del grado di paura dei mercati, e’ sceso sotto quota 20. Merito delle operazioni di M&A e dei dati macro pubblicati.
A livello settoriale, particolarmente richiesti sono industriali, finanziari e tlc, mentre le societa’ di materiali di base scivolano. I gruppi retail hanno giovato finora dei dati macro positivi di ottobre con Saks, Nordstrom, JC Penney che tutte avanzano con rialzi notevoli, cosi’ come Aeropostale, J Crew e Zumiez. In controtendenza invece TJX Companies e Gap.
Le vendite al dettaglio di ottobre sono il fattore principale che ha permesso ai mercati di reagire da una settimana negativa, nonostante la paura per gli sviluppi della critica situazione fiscale dei paesi periferici dell’area euro. Le vendite di auto sono aumentate dello 0.4%, quelle al dettaglio in generale dell’1.2%, massimo progresso degli ultimi sette mesi.
Ma dal fronte macro arrivano anche notizie negative: l’indice Empire dell’attivita’ manifatturiera dell’area di New York e’ calato in negativo a novembre ai minimi da luglio 2009.
Una serie di affari di M&A ha contribuito a dimenticare in fretta tali dati deludenti: con l’ultimo acquisto Caterpillar e’ diventata la maggiore societa’ mineraria al mondo. Bucyrus e’ stata comprata a un premio notevole (+32% rispetto al prezzo di chiusura di venerdi’), in un’operazione da $7.6 miliardi in contanti. Da parte sua EMC ha annunciato l’acquisto di Isolon, al prezzo di $33.85 per azione, equivalenti a $2.25 miliardi. Tra i singoli titoli salta all’occhio l’ottima prova di Ford: i titoli (+3% circa) sono saliti su livelli che non si vedevano da dicembre 2003.
A rubare la scena e’ ad ogni modo la crisi del debito sovrano dei PIIGS: nel corso del fine settimana sono state pubblicate notizie stampa secondo cui i funzionari dell’Unione Europea starebbero mettendo pressione sull’Irlanda perche’ accetti di essere aiutata in modo da placare le acque agitate del mercato obbligazionario. Ma da Dublino rispondono picche, sostenendo di non aver bisogno di un’ancora di salvataggio.
Ancora non e’ stata avanzata alcuna richiesta ufficiale da parte della Ue, ma un eventuale piano di aiuti potrebbe raggiungere la somma di $110 miliardi tra il 2011 e il 2013. La tensione sul fronte dei CDS (credit default swap) si e’ placata con il passare degli scambi e sul finale di seduta l’allarme di un nuovo allargamento ampio degli spread e’ rientrato.
In Irlanda l’opposizione ha detto che l’Europa ha iniziato a fare i primi passi verso la messa a punto di quello che sara’ un piano per aiutare Dublino a coprire il buco di bilancio e fare pressioni perche’ vengano intraprese misure in fretta, con l’obiettivo di prevenire un contagio nell’area periferica europea.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico, i futures sul petrolio con consegna dicembre hanno chiuso in flessione di 3 centesimi a quota $84.85 il barile. Il derivato con scadenza dicembre dell’oro e’ cresciuto di 3 dollari a $1368.5 l’oncia. Sul fronte valutario l’euro ha perso ancora quota nei confronti del dollaro e contestualmente lo 0.6% a quota $1.3608. Quando al decennale del Tesoro, tracollo dei prezzi con il rendimento che e’ salito di 13.9 punti base a quota 2.8930%.