NEW YORK (WSI) – Chiusura poco mossa per Wall Street con gli investitori incerti dopo due sedute in calo. Le piazze europee non hanno saputo fungere da traino nonostante l’Eurozona sia cresciuta nei primi tre mesi dell’anno al passo più veloce di quasi due anni. E’ stata per altro la prima volta dalla prima meta’ del 2010 che tutte le quattro principali economie dell’area sono cresciute.
Nel finale: Dow segna -0,04% a 18.060 punti, lo S&P 500 perde lo 0,03% a 2.098 punti mentre il Nasdaq guadagna lo 0,11% a 4.981 punti.
Gli investitori cercano segnali di ripresa anche in Usa, dove però il quadro macro odierno non sembra dare conferme. Delude infatti il dato sulle vendite al dettaglio di aprile rimaste invariate ad aprile rispetto a marzo, quando però sono salite dell’1,1% e non dello 0,9% come comunicato in precedenza. I dati, che sono stati diffusi dal Dipartimento del Commercio, sono inferiori alle attese (+0,2%). Le vendite di aprile hanno risentito del calo di acquisti di auto e di benzina.
Su base annua le vendite sono aumentate dello 0,9%. Si tratta della variazione più piccola dall’ottobre 2009. Le vendite al dettaglio sono la cartina tornasole della voce dei consumi, che rappresentano circa due terzi del Pil Usa.
I prezzi alle importazioni sono scesi il mese scorso rispetto a marzo dello 0,3% contro attese per un incremento dello 0,3%. E’ il segno di una debole domanda globale e di un dollaro forte che continua a frenare l’inflazione. Questi dati riaccendono il dibattito su quando la Federal Reserve potrebbe iniziare ad alzare i tassi di interesse per la prima volta dal 2006.
I prezzi dei Treasury ricevono una spinta al rialzo dalle vendite al dettaglio, ad aprile rimaste invariate contro attese per un aumento dello 0,2%. E cosi’ i timori che i consumatori americani non stiano spendendo abbastanza hanno spinto i rendimenti del decennale sui minimi di seduta, al 2,197%. Il titolo a tre mesi viaggia allo 0,0253%.
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Bisognerà vedere se quella di oggi sarà solo una parentesi o se i bond di tutto il mondo torneranno ben presto a essere preda di forti vendite.
A tal proposito Jim Reid, responsabile della strategia del credito globale presso
Deutsche Bank, parla dei forti smobilizzi, affermando che la chiave per comprendere il fenomeno in atto è la liquidità.
“Quello che la maggior parte dei trader ha riferito è che la liquidità è terribile. Sono (di conseguenza) possibili grandi oscillazioni con volumi sia relativamente bassi che nella media. Non posso fare a meno di pensare che in diversi mercati l’assenza di liquidità sarà caotica.
Liz Ann Sonders, senior vice president and chief investment strategist presso Charles Schwab, ha detto in un’intervista rilasciata al canale televisivo Cnbc che gli investitori americani sono sempre più frustrati, a causa dei movimenti che stanno interessando il mercato dei bond, mentre Bill Blain, senior broker del reddito fisso presso Mint Partners ha parlato di timori sulla “trappola di liquidità” e di assenza di opportunità alternative di investimenti in “mercati azionari gonfiati”.
Sul fronte societario, delude la trimestrale di Macy’s: il gruppo di grandi magazzini ha citato come cause, l’inverno freddo e il calo delle spese da parte dei turisti internazionali.
Sul valutario, l’euro sale +0,17% a $1,1232. Dollaro/yen -0,13% a JPY 119,71. Euro/yen +0,07% a JPY 134,47.
Tra le materie prime, i futures sul petrolio Usa +0,84% a $61,26. Brent +0,57% a $67,24. Oro +0,12% a $1.193,80. Argento +0,90% a $16,68. Il contratto WTI continua dunque a oscillare sopra la soglia dei $61 al barile, beneficiando dei dati sul ritiro delle scorte, resi noti ieri. Di fatto, la scorsa settimana, l’utilizzo delle scorte è stato di 2 milioni di barili, stando a quanto ha reso noto l’API.