NEW YORK (WSI) – Wall Street contrastata: gli investitori, considerati i dati macro poco confortanti resi noti nella giornata di oggi, sperano che la Fed adotterà un approccio più soft nel ridurre la portata del quantitative easing. Passate le 16 ora italiana, il Dow Jones sale +0,26% a 15.340,30 punti; lo S&P 500 +0,22% a 1.687,07; Nasdaq -0,21% a 3.708,20.
Continuano a pesare le incertezze sul fronte siriano e monetario; in questo contesto è naturale – riferiscono gli analisti – che gli investitori non prendano rischi. Grande è poi la trepidazione per l’annuncio che arriverà la prossima settimana da Ben Bernanke e colleghi, dopo la riunione del 17-18 settembre.
La maggior parte degli analisti ritiene che la Fed annuncerà di fatto la riduzione del programma di quantitative easing, con cui ha garantito una massiccia iniezione di liquidità al mercato per anni. Ciò è avvenuto attraverso l’acquisto di Treasuries e titoli legati ai mutui, che al momento si aggira attorno agli $85 miliardi al mese.
Chris Williamson, analista di Markit Economics, ritiene in particolare che la Banca centrale americana darà il via a una riduzione “contenuta ma simbolica” dei suoi acquisti; un sondaggio Bloomberg mette poi in evidenza che i mercati hanno già scontato una tale prospettiva.
“Una percentuale appena inferiore a un terzo degli intervistati crede che i mercati scenderanno se la Fed ridurrà il suo programma di QE, mentre l’8% prevede un rally dell’8%. Ma il 57% non prevede alcun cambiamento, in quanto il tapering è stato già scontato”, risulta dal sondaggio.
I mercati temono che il prossimo timoniere della Fed sarà Larry Summers, definito un falco anti-QE. In quel caso, la spina alle misure di stimoli monetari potrebbe essere staccata più velocemente e in modo meno graduale. Ma arriva la smentita della Casa Bianca sui rumor, secondo cui il presidente Barack Obama potrebbe nominare Summers già all’inizio della settimana.
Intanto, i dati comunicati oggi non sono affatto positivi; resi noti l’indice dei prezzi alla produzione e le vendite di agosto, entrambi di agosto. Particolarmente deludenti le vendite al dettaglio che, con un rialzo anemico di appena lo 0,2%, sono cresciute al tasso più basso in quattro mesi.
Ancora più deludente l’indice sulla fiducia dei consumatori/a> stilato dall’Università del Michigan, che ha segnato un forte scivolone nel mese di settembre, sollevando interrogativi sulla reale sostenibilità della ripresa dell’economia americana. Poca influenza dal dato sulle scorte di magazzino delle aziende, che a luglio sono avanzate dello 0,4%.
Tra i titoli, Intel in crescita +2% circa dopo che il broker Jefferies ha alzato la raccomandazione da “hold” a “buy”,
Safeway +3% dopo che Credit Suisse ha rivisto al rialzo il rating della seconda maggiore catena di supermercati negli Stati Uniti a “outperform”, da “underperform”.
In ambito valutario, il dollaro guadagna terreno contro 12 delle sue 16 valute concorrenti principali. L’euro fa -0,27% a $1,3261; dollaro/yen -0,10% a JPY 99,44; euro/franco svizzero +0,05% a CHF 1,2378. Euro/yen -0,33% a JPY 131,91.
Sui mercati delle commodities, i futures petrolio -0,83% a 107,70 dollari al barile; quotazioni oro -0,95% a $1.317,70.
Quanto ai Treasuries a 10 anni, la loro performance è positiva, a fronte di un rendimento in calo -0,86% al 2,88%.