NEW YORK (WSI) – Chiusura in rosso Wall Street che tenta senza successo il rimbalzo, dopo il sell-off della settimana scorsa che ha portato S&P 500 e Nasdaq ad archiviare la peggiore ottava dal maggio 2012, la terza in ribassi. Nel finale, Il Dow perde 233 punti, -1,35%, a 16.321 punti, il Nasdaq perde l’1.46% a 4.214 punti e lo S&P 500 lascia sul terreno l’1,63% a 1.875 punti.
Per il benchmark americano, i nuovi livelli segnano i minimi da cinque mesi e rompono il supporto di 1.905 scendendo sotto la media degli ultimi 200 giorni.
“La chiusura sotto il supporto di 1.905 punti, a questo punto, non sono escluse correzioni molto più significative” ha detto Peter Cardillo, economista di Rockwell Global Capital in New York.
Intanto il mercato si prepara ad affrontare una settimana intensa di risultati trimestrali chiave che potranno offrire nuovi segnali direzionali alla borsa Usa, ultimamente alle prese con un aumento della volatilità. Domani sarà la volta delle banche.. Le prime a essere chiamate alla prova dei conti sono Citigrup, JPMorgan Chase e Wells Fargo. Secondo gli analisti, Citigroup riportera’ profitti per 1,14 dollari per azione su un fatturato di 19 miliardi di dollari, meglio dell’utile per 1,02 dollari per azione con un giro d’affari per 17,9 miliardi di dollari dello stesso periodo dell’anno scorso. Per JPMorgan e’ atteso un attivo di 1,39 dollari per azione su un fatturato di 23,6 miliardi di dollari, contro i profitti per 1,42 dollari per azione con giro d’affari di 23,1 miliardi del terzo trimestre 2013. Per Wells Fargo le stime sono per un utile di 1,02 dollari per azione su un fatturato di 21,2 miliardi, meglio dei profitti per 99 centesimi con un giro d’affari di 20,7 miliardi dell’anno scorso.
Gli uffici governativi sono oggi chiusi in osservanza della festività del Columbus Day. E’ chiuso anche il mercato dei bond e non ci sono dati macro in calendario. Unico appuntamento di rilievo in programma è l’intervento del presidente dalla Fed di Chicago, Charles Evans a Indianapolis.
Gli investitori guardano al petrolio che continua ad essere sotto pressione. Pesano voci secondo cui Kuwait e Arabia Saudita non stanno pianificando un taglio della produzione per sostenere i prezzi.
Lo S&P 500 riparte dopo aver sofferto il suo peggior calo settimanale in due anni, scendendo -3,1% a 1.906,13.
Dubbi sulle prospettive economiche degli Stati Uniti. “Possono gli Usa davvero essere un’isola di crescita?”, si è chiesto Joachim Fels, co-responsabile economista di Morgan Stanley, ponendo la domanda durante una conferenza del Fondo Monetario Internazionale – I mercati finanziari negli ultimi giorni ci hanno detto probabilmente di no”. Detto questo Jan Hatzius, capo economista presso Goldman Sachs a New York, ritiene che ci siano “buone ragioni per ritenere che la crescita (dell’economia) continuerà a essere superiore al trend”. Secondo Hatzius, il Pil Usa crescerà +3,2% nel 2015, superando il tasso di crescita annuo, che in media è stato del 2,2% dalla fine della recessione nel giugno del 2009.
Michael Feroli, capo economista presso JP Morgan Chase a New York, parla di “distinzione temporale” nel modo in cui i movimenti di mercato condizioneranno la crescita. La benzina più conveniente aumenterà le spese per consumi “entro un trimestre o due”, mentre gli effetti di un dollaro più forte si protrarranno per più tempo, nell’arco di un anno o di più.
Tra i titoli in evidenza oggi, Fca, la nuova realtà che nasce dall’integrazione tra Fiat e Chrysler, debutta a Wall Street. Dopo avere aperto a 9 dollari, ha archiviato la prima giornata in calo dello 0,89 a 8,92 punti.
Csx sotto i riflettori dopo che il Wall Street Journal ha scritto di contatti avuti con Canadian Pacific Railway su una possibile fusione con l’obiettivo di creare un operatore ferroviario transcontinentale
dal valore di oltre 60 miliardi di dollari. Il gruppo canadese avrebbe avanzato un’offerta la scorsa
settimana ma è stata rifiutata, dice il quotidiano finanziario
citando fonti a conoscenza della vicenda.
Sul mercato valutario, l’euro incrementa i rialzi con +0,50% a $1,2690. Dollaro/yen -0,38% a JPY 107,24; euro/franco svizzero -0,07% a CHF 1,2077. Euro/yen +0,10% a JPY 136,08.
Tra le commodities, l’oro fa +0,54%, a $1.228,30.
I futures sul Wti si attestano ancora in ribasso, -1,61% a $84,44 al barile, dopo essere scivolati in una condizione di mercato orso la scorsa settimana.