I listini azionari americani hanno archiviato la seduta in forte ribasso. L’accelerazione in territorio negativo si e’ materializzata subito dopo la decisione della Federal Reserve di tagliare i tassi d’interesse di un quarto di punto percentuale. Il Dow Jones, che guadagnava 40 punti prima della decisione, e’ arrivato a perdere oltre 300 punti durante le contrattazioni chiudendo la seduta a quota 13432 con una perdita giornaliera del 2.14%; l’S&P500 ha ceduto il 2.53% a 1477, il Nasdaq il 2.45% a 2652.
Il FOMC, il braccio operativo della Federal Reserve riunitosi a Washington sotto la presidenza di Ben Bernanke, ha optato per una continuazione della politica monetaria di tipo “accomodante” attuando un abbassamento del costo del denaro dello 0.25% al 4.25%, per evitare che il calo del mercato immobiliare, il rallentamento della spesa al consumo e i piu’ rigidi standard bancari dovuti alla crisi subprime affossino la crescita economica americana, ormai al suo sesto anno di espansione. La Banca Centrale ha anche rivisto al ribasso della stessa misura (al 4.75%) il “discount rate”, ovvero il tasso applicato alle banche sui prestiti ottenuti direttamente dalla Fed.
La decisione ha provocato una forte delusione tra gli operatori che, a causa del deterioramento dell’industria del credito e della continua debolezza del comparto immobiliare, speravano in un atteggiamento piu’ aggressivo da parte dei governatori Fed, e in un taglio di 50 punti base (almeno sul tasso di sconto).
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Pur riconoscendo tali problemi, Bernanke & C. hanno ripreso ad enfatizzare il pericolo dell’inflazione sulla scia dei forti aumenti del petrolio e delle commodities, lasciando comunque aperte le porte a possibili, ulteriori azioni di politica monetaria qualora la situazione economia continuasse a peggiorare.
La decisione della Fed ha fatto seguito alle cattive notizie gia’ emerse dal comparto finanziario nelle prime ore della giornata. Dopo le note incoraggianti dei giorni scorsi relative all’iniezione di nuovi capitali su Citigroup (C), UBS (UBS) e MBIA (MBI), a sollevare nuove preoccupazioni e’ stato il colosso dei mutui ipotecari Washington Mutual (WM) che ha annunciato una riduzione del dividendo trimestrale e il taglio di 3000 posti di lavoro a causa delle previsioni di ulteriori svalutazioni nell’arco del prossimo anno. Il titolo e’ arrivato piu’ del 12%. Tutti i componenti finanziari del Dow Jones (American Express (AXP), Citigroup (C), JP Morgan (JPM)) hanno chiuso in forte ribasso, con perdite medie vicine a -5%.
Gli unici titoli del Dow Jones in grado di chiudere in territorio positivo sono stati McDonald’s (MCD) e AT&T (T), quest’ultimo salito del 4% grazie all’annunciato piano di buyback (400 milioni di azioni) e all’aumento del dividendo trimestrale.
Tra i titoli tecnologici, si e’ distinto in positivo il colosso dei chip per la telefonia mobile Texas Instruments (TXN) che ha previsto una domanda per i nuovi dispositivi superiore alle previsioni e rivisto al rialzo, di conseguenza, le stime sugli utili e sui ricavi trimestrali.
Nel comparto energetico, in netto recupero il petrolio. I futures con consegna gennaio sono avanzati di $2.16 a quota $90.02 al barile. Sul valutario, l’euro ha ceduto terreno sul dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4655. L’oro ha guadagnato $3.60 chiudendo a $817.10 all’oncia. In forte progresso infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.99% dal 4.15% di lunedi’.
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