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Wall Street piatta, alert rischi export cinese

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NEW YORK (WSI) – Wall Street chiude la seduta sotto la parità, confermando la debolezza dell’apertura sull’onda di un rallentamento dell’export cinese. Il Dow Jones cala dello 0,20% a 16.419 punti, il Nasdaq scende dello 0,05% a 4.330,18 punti e lo S&P 500 arretra per la prima volta in tre sedute dello 0,06% a 1.877 punti.

Secondo i dati diffusi da Pechino le esportazioni del gigante asiatico sono calate a sorpresa a febbraio del 18,1%, contro attese per un aumento del 6,8%. Essendo gli Stati Uniti il principale destinatario dell’export cinese, alcuni analisti si domandano se il dato sulle vendite al dettaglio americane di febbraio – dato atteso per giovedì – rifletterà lo stesso andamento.

A partire da oggi e per le prossime tre settimana, a Wall Street le contrattazioni avranno inizio alle 14.30 ora italiana e termineranno alle 21 per via dell’entrata in vigore dell’ora legale negli Stati Uniti, con tre settimane di anticipo rispetto all’Italia.

Intanto, lo scorso venerdì, 51esima seduta record in 12 mesi, per l’indice S&P 500, ma oggi gli investitori sembrano riscoprire la cautela. Pesano dati deludenti arrivati dal Giappone e dalla Cina insieme alle tensioni in Ucraina: mercoledì il primo ministro Arseniy Yatsenyuk visiterà il presidente degli Stati Uniti Barack Obama alla Casa Bianca e il giorno dopo parlerà all’assemblea generale dell’Onu. Nel frattempo fa pressioni sulla Russia affinché cancelli il referendum previsto il 16 marzo in Crimea per il ritorno della penisola ucraina sotto il controllo di Mosca.

Aumentano anche i timori sulla formazione di bolle nel mercato azionario. Un campanello di allarme è rappresentato dal margin debt, margine di debito – denaro preso a prestito presso broker o istituti finanziari, per acquistare di norma titoli azionari – che alla fine di gennaio è salito per il quinto mese consecutivo a $451,3 miliardi, stando ai dati del New York Stock Exchange.

Secondo alcuni report di analisi tecnica, “il tono di venerdì presso la barriera a quota 1.887,5 per l’indice S&P 500 potrebbe segnalare una fase di consolidamento, e anche un lieve dietrofront all’inizio di questa settimana, anche se i livelli a 1.867/66 e a 1.859/58 dovrebbero reggere.

La giornata di oggi sigla inoltre il quinto anniversario del mercato toro, che di norma dura 4,5 anni. Dei 12 mercati toro che si sono presentati dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, solo la metà è durata cinque anni, e solo tre sono arrivati al sesto anno.

Nel frattempo, iI petrolio ha finito in calo: il contratto ad aprile e’ sceso di 1,46 dollari attestandosi a quota 101,12 dollari il barile. Nel frattempo i titoli di Stato americani hanno terminato con andamenti misti, il rendimento del decennale e’ sceso al 2,78% quello del trentennale e’ invece aumentato al 3,72%. Tra le valute, l’euro cala a 1,3871 dollari mentre il biglietto verde arretra a 103,21 yen.

A livello societario, McDonald’s risente del calo pari allo 0,3% delle vendite a febbraio di negozi aperti da almeno da 13 mesi. E’ il mercato statunitense a continuare a pesare sulla performance complessiva: il mese scorso e’ stato registrato un -1,4%, complici “dinamiche di settore sfidanti” e il maltempo. Nel settore aereo americano, American Airlines e JetBlue hanno deciso di mettere fine alla loro partnership esistente dal 2010. Secondo alcuni analisti a farne le spese sara’ JetBlue. FMC corre (6,5%): il gruppo chimico intende dividersi in due societa’ indipententi ed entrambe quotate: una focalizzata sui minerali, l’altra su prodotti agricoli, per la salute e la nutrizione. Lo split e’ atteso all’inizio del 2015. Corre anche NII Holdings (+8,76%): il fornitore di servizi wireless intende esplorare opzioni strategiche dopo avere detto il mese scorso di trovarsi ad affrontare problemi di liquidita’ nel lungo termine. Due consulenti finanziari stanno analizzando il business della societa’.