NEW YORK (WSI) -Prosegue positiva la seduta di Wall Street con il Dow che recupera cosi’ la soglia psicologica dei 15mila punti mentre l’S&P 500 si consolida sopra il livello di 1.600, recuperato ieri. Gli investitori guardano alla seduta di domani, che chiudera’ il mese e il secondo trimestre. Sembra ci sia la voglia di archiviare un bilancio all’insegna degli acquisti che, si spera, permettano di evitare di chiudere giugno in calo. Sarebbe il primo mese in rosso del 2013.
L’ondata positiva segue i rialzi visti sulle piazze asiatiche (piu’ consistenti di quelli in atto in Europa), a loro volta alimentati dalla convinzione che la Federal Reserve mantenga il piano di stimolo posticipando un’eventuale exit strategy. Intorno alle 18 italiane, le 12 di New York, il Dow Jones segna un + 0,88% a quota 15.041, il Nasdaq avanza dell’0,91%, a quota 3.407, l’S&P 500 sale dello 0,86% a quota 1.617. Il contratto ad agosto del greggio registra un +0,49% a 95,97 dollari al barile, future ad agosto dell’oro in leggero rialzo dopo il tonfo di ieri: +0,18% a 1.232 dollari all’oncia.
La Cina e’ in piena stretta creditizia, ma non sta per finire in un Armageddon finanziario come si temeva guardando all’impennata dei tassi interbancari e degli interessi per i prestiti pronto contro termine.
Sul fronte macro, nella settimana terminata il 22 giugno, le richieste settimanali sui sussidi di disoccupazione, il numero dei lavoratori degli Stati Uniti che ha fatto richiesta per la prima volta per ricevere i sussidi di disoccupazione è sceso di 9.000 unità a 346.000 unità, sopra le attese degli analisti che si aspettavano una discesa più consistente a 345.000.
Peggio delle attese anche spese per i consumi che, nel mese di maggio, sono salite di +0,3%, poco meno del +0,4% atteso dagli analisti.
“I dati continuano a mostrare che l’economia sta crescendo ad un ritmo molto lento e che la disoccupazione sta migliorando ad un ritmo altrettanto fiacco,” ha detto a Bloomberg, Oliver Pursche, co-direttore della GMG Defensive Beta Fund e presidente di Suffern. “La probabilità di un cambio di rotta della politica monetaria della Federal Reserve per quest’anno si assottiglia notevolmente e dimostra che la correzione della scorsa settimana è stato guidata da reazioni emotive eccessive.” L’S & P 500 ha guadagnato il 2,9 per cento negli ultimi tre giorni, il rialzo maggiore dal 3 gennaio. L’indice allo stesso tempo è sceso del 5 per cento dal 21 maggio al 24 giugno da quando la Fed ha detto che potrebbe ridurre gli acquisti di bond.
E su quest’ultimo fronte, oggi, il numero uno della Fed di New York, William Dudley, si è detto convinto che un aumento dei tassi di interesse da parte della Fed sia ancora lontano, ha rimarcato che il ritmo degli acquisti di asset da parte dell’Istituto centrale Usa, attualmente pari a 85 miliardi di dollari, dipende dalle prospettive economiche, non dal calendario, e ha avvertito che sì un rallentamento degli acquisti potrebbe essere appropriato più avanti nel corso dell’anno, quando la disoccupazione sarà intorno al 7%
Ci si interroga intanto su quali possano essere gli effetti dell’aumento dei tassi di interesse di lungo termine, innescati da un’azione della Federal Reserve, che rischiano di pesare sulle vendite di case e auto e, piu’ in generale, sui settori che hanno finora sostenuto la comunque debole ripresa americana. Come riporta il Wall Street Journal, anche se c’e’ il pericolo di un rallentamento dei consumi, secondo gli economisti non e’ previsto un deragliamento della congiuntura: “ci sara’ una maggiore cautela, anche perche’ non c’e’ la convinzione che l’economia americana sia orientata verso una decisa crescita”, ha detto Ron DeFeo amministratore delegato di Terex Corp, facendo riferimento al fatto che nel primo trimestre il Pil e’ aumentato dell’1,8% (molto meno rispetto al +2,4% della precedente stima). Stando ai dati di Hsh Associates mercoledi’ i tassi dei mutui trentennali sono saliti al 4,56% dal 3,74% di un mese fa, mentre come riferisce Barclays quelli dei bond aziendali considerati piu’ affidabili sono aumentati dal 2,73% al 3,47%.
In ambito valutario, l’euro +0,05% a $1,3017; dollaro/yen +0,38% a JPY 98,09; euro/franco svizzero +0,27% a CHF 1,2301.
Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio +0,27% a $95,76 al barile, oro recupera dopo la forte flessione di ieri, -0,17% a $1.227,70.