NEW YORK (WSI) – Ormai non è più un mistero per nessuno: se c’è una cosa che il mondo della finanza statunitense teme più di ogni altra è la prospettiva della creazione di un’unione bancaria europea.
Una volta instaurata l’unione politica, economica e fiscale, la Bce potrebbe direttamente decidere di ristrutturare una banca, potrebbe rompere una volta per tutte il rapporto incestuoso tra stato indebitato e sistema bancario, che è il vero motivo dietro alla stagnazione economica dell’area euro e potrebbe lanciare invece la caccia ai fondi speculativi americani.
L’economista e giornalista francese Charles Sannat dice che nelle alte sfere della finanza mondiale circola da un po’ di tempo uno studio nemmeno troppo top secret circa i problemi fondamentali che l’euro crea e che impediscono una crescita mondiale più stabile e solida.
Per i finanzieri Usa l’euro non è più una soluzione ma ormai è senza dubbio un grande problema.
Wall Street si prepara pertanto all’offensiva di Natale, secondo le voci che girano sui mercati. Stando alle dichiarazioni di interlocutori e fonti citate dal noto economista francese, dipendente di BNP Paribas e professore in diverse scuole parigine, la finanza americana aspetta solo il momento propizio per passare all’azione.
“La Germania non ha alcuna fiducia in Draghi, lo si è visto, e resterà sempre contraria al varo degli eurobond (obbligazioni di debito europeo unificate, che sono da preventivare in caso di formazione dell’unione bancaria) e in generale all’idea della mutualizzazione dei debiti”.
L’anello debole della catena della moneta unica è indiscutibilmente l’Italia, terza potenza economica ma dove “aziende e banche sono pesci in un acquario in cui il denaro e la liquidità sono la loro acqua”.
Il problema è che la vasca è minacciata da due idrofili: le autorità fiscali e il sistema bancario che non fa che svuotare l’acquario.
Tra Natale e Capodanno, una nuova offensiva dovrebbe essere lanciata contro Roma e le sue banche fragili, con l’obiettivo di mettere mano allo stock dei risparmi privati degli italiani e riforma dell’euro, facendo saltare il sistema bancario unico.
Per far vacillare l’euro, un attacco contro l’Italia simile al blitz del 2011 sarebbe evidentemente una buona soluzione, perché richiederebbe meno cash rispetto a un attacco contro la Francia, che però non è da escludere categoricamente.
(DaC)