Con un colpo di reni sul finale gli indici americani chiudono sui massimi di giornata cancellando gran parte delle flessioni viste nel corso della seduta e legate al deludende rapporto governativo sul mercato del lavoro.
Il Dow chiude a quota 10653.64, in calo dello 0.2% (-21.34 punti). Stessa flessione per in Nasdaq che, arrivato a cedere 1.7% a livello intraday, termina le contrattazioni a 2288.44 (-4.62 punti). L’S&P 500 e’ scivolato dello 0.37% (da un -1.6% massimo toccato in giornata) a 1121.63 (-4.18 punti).
Il bilancio della settimana si conclude con un rialzo dell’1.8% per Dow e S&P. Guadagni dell’1.5% per il listino tecnologico.
A livello settoriale, hanno resistito alle vendite health care (+0.2%) e utilities (+0.19%). Giu’ tecnologici (-0.27%), industriali (-0.55%), banche (-0.87%) ma soprattutto i titoli energetici (-1.19%).
Lo scivolone dei listini, durato per gran parte della seduta, e’ stato legato al rapporto governativo mensile sull’occupazione relativo al mese di luglio. Le cifre hanno lasciato con l’amaro in bocca gli investitori. La percezione e’ che le ferite del mercato del lavoro non si stanno rimarginando e che la ripresa e’ fittizia. Questo l’effetto che hanno avuto sul mercato gli ultimi dati macro.
Gli economisti scommettevano su una riduzione della forza lavoro di 87 mila unita’ in luglio. Il settore privato ha creato 71 mila posti dai +31 mila di giugno, mentre il governo ha perso 202 mila impiegati. Gli economisti si aspettavano un incremento di 90 mila posti nel settore non pubblico.
Come se non bastasse, il Dipartimento del Lavoro ha rivisto le cifre di maggio: i posti bruciati sono stati 202 mila, 97 mila piu’ di quanto riportato in precedenza.
Sul fronte societario, la compagnia di assicurazione American International Group ha archiviato il secondo trimestre con utili adjusted pari a $1.99 per azione, a fronte dell’EPS di $1.71 di un anno prima. Gli analisti puntavano su un risultato di 98 centesimi per titolo. Le cifre sono piaciute al mercato con le azioni che fanno un bel balzo in avvio.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico i futures sul petrolio con consegna settembre sono calati di $1.31 a $80.70 (-1.6%). In settimana pero’ il greggio ha guadagnato il 2.2%. Il derivato con scadenza agosto dell’oro e’ avanzato di $2 a $1208. Sul valutario l’euro ha chiuso in rialzo a quota $1.3285. Quanto ai Treasury i prezzi del benchmark decennale sono in marginale progresso, con il rendimento a quota 2.8240% dal 2.9150%. Da segnalare che il rendimento sui titoli di stato a due anni e’ sceso per la prima volta in assoluto sotto lo 0.5% per poi chiudere a questo livello.