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Wall Street resiste nonostante Apple e Citi

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Wall Street archivia la prima seduta della settimana (ieri mercati chiusi per il Martin Luther King Day) all’insegna degli acquisti. Le premesse non erano state delle migliori, tanto che la partenza era stata negativa alla luce di trimestrali deludenti (Citigroup e Delta Airlines) e timori sulla salute del numero uno di Apple, Steve Jobs.

In verde tutti i settori capitanati da risorse di base ed energetici (quasi +1%). Tra le materie prime, i futures con scadenza febbraio dell’oro hanno guadagnato lo 0,5% a $1.367,20 per oncia, i derivati con consegna marzo dell’argento sono saliti del 2% a $28,91 all’oncia, su di 1,7 centesimi ta $4,429 quelli del rame. Le quotazioni hanno beneficiato dell’indebolimento del dollaro.

I futures a febbraio del petrolio hanno ceduto lo 0,2% a $91,38 al barile insensibili al fatto che l’Opec abbia aumentato le stime sulla domanda globale per il 2011 grazie in particolare a quella in arrivo dall’Asia. Dopo un inizio di giornata all’insu’, il gas naturale ha ceduto l’1,4% a $4,41 per MMBtu. Tra le materie prime agricole si segnala il rialzo dell’1,7% del mais e del 2,6% del grano, riflesso di scorte in calo in Usa e Argentina.

Dal mercato obbligazionario, si ricorda il forte calo dei prezzi osservato dalle 16 ora italiana sul Treasury a 10 anni spingendo il rendimento al 3,42%: forse si e’ trattato di un ordine sbagliato. Il rendimento ha finito la seduta portandosi al 3,3640% dal 3,33% di venerdi’ scorso. Nel frattempo il rendimento del 30ennale ha rivisto i massimi di nove mesi (4,61%).

CME Group, che fa trading sui futures dei titoli di stato Usa, ha detto di non essere al corrente di attivita’ non regolare nel mercato da $444 miliardi dei Treasury. Oggi la Fed ha acquistato $1,74 miliardi di Treasury Inflation Protected Securities, o TIPS. Da agosto la banca centrale americana ha comprato Treasury per $302 miliardi.

Sul mercato azionario, Apple e’ riuscita a limitare le perdite dopo avere iniziato le contrattazioni con un calo di oltre il 6%. Non e’ riuscita a risollevarsi Citigroup, che registra la peggiore seduta in sei mesi con una flessione di oltre sei punti percentuali (solo venerdi’ aveva rivisto i massimi di 52 settimane): il ritorno all’utile non e’ bastato agli analisti. Il tonfo di oltre l’8% di Delta Airlines, sempre nel giorno dei conti, ha spinto l’indice Amex Airline Index in calo di quasi il tre per cento mettendo a segno la peggiore seduta in 5 mesi.

Per quanto riguarda i dati macro l’indice che misura l’attivita’ manifatturiera nell’area di New York e’ cresciuto ma meno delle attese nel mese di gennaio. La fiducia dei costruttori di gennaio e’ rimasta invariata per il terzo mese consecutivo.

Si ricorda la seduta brillante delle borse europee, complice il buon andamento delle aste in Spagna e Belgio. La Russia ha confermato l’interesse ad acquistare bond emessi dall’Efsf, il fondo salva-stati messo a punto dall’Ue. Sono saliti gli spread (il differenziale del rendimento tra il Bund tedesco e quello di altri titoli di stato) in Portogallo, Grecia e Irlanda. Calati quelli in Spagna, Italia e Belgio. Sul fronte valutario, l’euro ha guadagnato lo 0,65% a $1,3381 ma in giornata era riuscito ad agganciare quota $1,34. Si segnalano anche gli acquisti sul real braziliano: domani la banca centrale potrebbe alzare i tassi (Selic) all’11,25% dal 10,75%.