NEW YORK (WSI) – Chiusura in rosso per Wall Street, dopo una seduta in altalena. E’ il settore energetico a mettere a segno il maggiore rialzo complice il mini rimbalzo del petrolio, che e’ riuscito a mettere fine a una serie di quattro sedute di fila in calo. Gli investitori guardano agli effetti che potrebbe avere la crisi finanziaria in Russia.
Intanto cresce l’attesa per l’esito di domani della riunione della Federal Reserve. Il Dow Jones perde lo 0,65% a 17.069 punti, l’S&P 500 lascia sul terreno lo 0,84%, a quota 1.973, il Nasdaq e’ in ribasso dell’1,24% a quota 4.548. Il greggio ha guadagnato 2 centesimi a 55,93 dollari al barile.
Al via l’ultima riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, che si concluderà domani con l’annuncio sui tassi. Gli investitori si focalizzeranno sul comunicato che finora ha sottolineato che i tassi sui fed funds sarebbero rimasti bassi “per un periodo di tempo considerevole”. E’ possibile che, in previsione di un rialzo dei tassi che viene dato per scontato nel 2015, la frase virgolettata sarà cancellata.
Dal record del 5 dicembre scorso a ieri, il Dow Jones ha perso il 4,3%. Nello stesso periodo il petrolio ha lasciato sul terreno quasi il 18%. Il mercato teme che il declino dei prezzi, pari a circa il 45% da inizio anno, è sintomatico di una crescita dell’economia globale in rallentamento.
E dal fronte macroeconomico qualche conferma oggi è arrivata: se in Germania l’indice Zew è cresciuto oltre le stime a dicembre, in Cina la produzione manifatturiera nello stesso mese è calata ai minimi da 7 mesi e in Usa il dato sull’avvio di nuovi cantieri a novembre è inaspettatamente sceso. A tutto cio’ si aggiunge il crollo del rublo: il rialzo a sorpresa dei tassi da parte della banca centrale russa non basta per alleviare le pressioni sulla valuta date da crollo del petrolio e sanzioni. Gli investitori sperano in toni “dovish” da parte della Federal Reserve, che inizia oggi il meeting da due giorni.
Sempre dal punto di vista macro, delude l’indice Markit sul Pmi manifatturiero americano che a dicembre e’ calato oltre le attese a quota 53,7 punti dai 54 di novembre. Si tratta della performance peggiore degli ultimi 11 mesi anche se l’indice resta sopra la soglia di espansione (50 punti) e la media di lungo periodo (52,1 punti).
Focus, così come in tutto il mondo, sulla delusione per l’indice manifatturiero della Cina stilato da HSBC, scivolato al minimo in sette mesi, e sulla Russia. Timori di una nuova crisi sistemica.
Sul valutario, euro +0,90% a $1,2549; dollaro/yen -1,77% a JPY 115,73. Euro/yen -0,93% a JPY 145,17. Investitori si posizionano anche sullo yen, considerato valuta rifugio.
(Lna-Mt)