Wall Street: rimbalzo riuscito. Indici +2%. Ma ecco perchè i futures sul VIX spaventano
NEW YORK (WSI) -Chiusura in rialzo per Wall Street, dopo che gli indici hanno subito alla vigilia uno dei crolli più forti dell’anno. In particolare l’indice S&P 500 ha sofferto una perdita -3% circa – la terza più consistente del 2015 – dando il via a quello che storicamente è stato il peggior mese dell’anno.
Nel finale, il Dow Jones segna un aumento dell’1,82% a 16.351 punti, il Nasdaq guadagna il 2,46% a 4.6750 punti mentre lo S&P 500 sale dell’1,84% a 1.949 punti.
Lo S&P 500 è sceso infatti a settembre, in media, dell’1,1%, stando ai dati compilati da Bloomberg, a partire dal 1927. Un altro segnale preoccupante è che i futures sul Chicago Board Options Exchange Volatility Index (VIX) sono risaliti, a conferma di come i trader credano che le turbolenze permarranno.
Notizie deludenti arrivano intanto sul fronte del lavoro: il numero di occupati del settore privato negli Stati Uniti è salito di 190mila unità nel mese di agosto, secondo le stime diffuse da Adp. Il dato è inferiore alle attese degli esperti che avevano messo in conto la creazione almeno di 200mila posti di lavoro.
In compenso, il dato definitivo sulla produttività del secondo trimestre negli Stati Uniti è stato alzato al +3,3% dal +1,3% preliminare. Il dato diffuso dal dipartimento del Lavoro Usa è superiore alle attese del mercato, che si aspettavano una revisione al rialzo leggermente più limitata, al +3%. Si tratta della variazione congiunturale più elevata dal quarto trimestre del 2013. Su base annua, la produttività è salita dello 0,7%.
Tornando al trend dei futures sul VIX non è affatto confortante; dopo il balzo +145% del VIX dallo scorso 14 agosto, i futures stanno salendo. “E’ qualcosa che mi spaventa – ha ammesso Michael Purves, responsabile strategist globale presso Weeden & Co. a Greenwich, Connecticut – Quanto sta accadendo è che invece di essere piatti o andare giù, i futures sul VIX hanno iniziato ad avanzare, e tale fatto per me è strano. Il mercato delle opzioni ci sta dicendo che la volatilità non ha breve durata, ma rimane”.
Il Vix è uno strumento per misurare il sentiment, e deriva – come spiega anche Bloomberg – da opzioni che scadono nei 90 giorni successivi, e che di norma salgono quando l’indice S&P 500 scende. Nella sessione di ieri tale valore è sceso sotto quota 32, un livello che prima di agosto non era stato testato dal 2011. Purves sperava che anche i futures sul VIX avrebbero fatto dietrofront.
Questa volta, invece, non solo il VIX è rimasto elevato, ma i futures continuano a salire. I contratti sul VIX che scadono a ottobre, novembre, dicembre, sono tutti saliti in media del 15% da quando lo S&P è sceso al minimo da inizio anno, lo scorso 25 agosto. Il fatto che i futures continuino a salire non è assolutamente di buon auspicio, se si considera che, nella settimana successiva al 15 ottobre, l’ultima volta in cui lo S&P 500 si avvicinò a scivolare in una fase di correzione, i contratti con scadenza a ottobre, novembre e dicemnre, scesero tutti, in media, del 12%.
“Se fosse come a ottobre, vedremmo il VIX balzare improvvisamente nel momento in cui gli investitori affermano che la fine del mondo è in arrivo, la curva sui futures invertirsi, e poi i back futures salire giusto un po’, prima di riportare un trend piatto o al ribasso – ha continuato Purves – Questa volta si assiste a un certo appiattimento, ma i futures che scadono nei prossimi mesi stanno salendo. E se continuano a fare così, non ci sarà necessariamente un rimbalzo a V (di Wall Street), dal fondo verso un nuovo valore molto alto”.
“La volatilità rimarrà elevata per un po’ di tempo – ha commentato, intervistato da Bloomberg, Teis Knuthsen, responsabile investimenti presso la divisione di private banking di Saxo Bank a Hellerup, in Danimarca – La Cina provoca ancora panico e molti temono che andremo sotto i minimi della scorsa settimana. Ma molti titoli stanno iniziando a sembrare molto convenienti ora e il mercato alla fine troverà il suo livello di supporto, specialmente se la Fed non alzerà i tassi questo mese”.
Lo S&P 500 ha perso ben -6,3% ad agosto, sulla scia della maxi svalutazione dello yuan da parte della Cina, che ha alimentato i timori sulla crescita globale, cancellando oltre $5.700 miliardi di valore di mercato dall’azionario mondiale. La scorsa settimana lo S&P è entrato anche in fase di correzione, per poi mettere a segno un rally superiore a +6% in due sessioni, e chiudere la giornata di ieri in calo -10% rispetto al record di tutti i tempi segnato a maggio.
“E’ difficile capire quando ci sarà la fine della volatilità – ha detto Tom Rivers, gestore dei fondi presso la divisione di gestione di asset globali di UBS Group, a Hong Kong, in un’intervista rilasciata a Bloomberg TV – Detto questo, è possibile che i mercati toccheranno il fondo nelle prossime 1/2 settimane. Secondo una prospettiva di più lungo periodo, senza ombra di dubbio i mercati azionari saliranno nei prossimi 9-12 mesi”.
Sul fronte Fed, i trader scommettono su una probabilità del 34% che i tassi vengano alzati nella riunione del Fomc del 16-17 settembre, rispetto al 38% di lunedì. Massima attenzione sarà prestata al report occupazionale di agosto, che sarà reso noto dopodomani venerdì, alle 14.30 ora italiana.
Tra i titoli in premercato, acquisti su Apple, Microsoft, Netflix e Facebook, dopo il forte sell off di ieri.
Tra le altre storie della giornata, Ambarella -8,5% dopo che il fatturato della società, relativo al terzo trimestre, ha deluso le stime di qualche analista.
H&R +6,3% dopo che il principale gruppo americano attivo nel fisco ha reso noto che acquisterà proprie azioni con una operazione di buyback per un valore fino a $3,5 miliardi. Le quotazioni sono balzate +77% quest’anno.
I futures sul petrolio salgono dell’1,26% a 45,25 dollari al barile. I contratti sul Brent perdono -1,47% a $48,83 dollari. L’oro sotto pressione con -0,12% a 1.138,40 dollari l’oncia. L’argento -0,55% a 14,54 dollari l’oncia.
Sul valutario, l’euro -0,44% a 1,1265 dollari. Sul franco l’euro sale +0,17% di CHF 1,0869. Sulla sterlina cala -0,22% a 0,7377. Dollaro yen +0,54% a quota 120,02.