Wall Street oggi recupera qualcosa, ma è in netta difficoltà a fine anno. In dicembre, mese che potrebbe chiudersi con la prova peggiore dai tempi della Grande Depressione degli Anni 30, sta sperimentando la rotazione di portafogli mensile dall’azionario ai Bond più imponente della sua storia, come evidenziato dall’ultimo report di una banca.
Secondo il sondaggio annuale condotto da Bank of America Merrill Lynch condotto nel periodo che è andato dal 7 al 13 dicembre tra i principali gestori di fondi di investimento in Usa, gli investitori americani sono pessimisti sulle prospettive della Borsa, di conseguenza vanno lunghi sul cash e sul dollaro americano, mentre adottano un atteggiamento difensivo e ribassista sui mercati azionari, specie su settori come industriali e tecnologici.
I 243 partecipanti alla rilevazione (gestori di fondi con 649 miliardi di asset complessivi in gestione) dice che il sentiment è “estremamente ribassista” su Wall Street, con l’illustre analista Michael Hartnett che sottolinea come in dicembre le aspettative di inflazione si sono ridotte per il terzo mese di fila. Il calo del 33% fa si che ora – riporta il chief investment strategist – soltanto il 37% del campione punta su un incremento dell’indice CPI l’anno prossimo. In confronto in aprile la percentuale era del 82%.
Il risultato di questa paura che arrivi un’ondata deflativa è che nella prima metà di dicembre gli investitori si sono rifugiati nei fondi e investimenti obbligazionari a discapito dei titoli azionari. Per avere un’idea di quanto sta andando male Wall Street nell’ultimo trimestre dell’anno, basti pensare che è andata peggio solo in quattro occasioni – durante la Grande Depressione, nella Seconda Guerra Mondiale (in concomitanza con Pearl Harbor), in corrispondenza del crash del 1987 (che tutti si ricordano per il lunedì nero del 19 ottobre) e della mega crisi del 2008.
Nell’arco di tempo preso ad esame, i livelli settoriali più colpiti dalle vendite in Borsa sono stati l’energia (penalizzato anche dal calo record del petrolio) e l’hi-tech (Facebook, Amazon, Apple e IBM – solo per citare alcuni nomi tra le big del comparto – sono scivolati in fase ribassista). Hanno tenuto bene invece le industrie più difensive, come grandi magazzini e utilities.
L’allocation nei Bond è salita del 23% raggiungendo i livelli maggiori dai tempi del referendum sulla Brexit.