NEW YORK (WSI) – Seduta fiacca per Wall Street. Passate le 16 ora italiana, il Dow Jones -0,14% a 15.477,43 punti; lo S&P -0,09% a 1.696,03, il Nasdaq invariato a 3.668,90. Dal fronte economico, reso noto solo il dato relativo alle scorte all’ingrosso, che sono scese -0,2% nel mese di giugno. Si tratta del terzo calo consecutivo: è la prima volta che accade dal 2009.
Lo S&P 500 soffre il calo su base settimanale più sostenuto in sette settimane. Il listino ha perso -0,6% questa settimana sulla scia delle speculazioni secondo cui la Federal Reserve sarebbe prossima a staccare la spina al QE, ovvero alle misure di stimoli di politica monetaria che finora, negli ultimi anni, hanno sostenuto non solo Wall Street, ma l’azionario di tutto il mondo.
Ma ora “il mercato ha valutazioni appropriate – ha commentato nel corso di una intervista a Bloomberg Ivo Weinoehrl, gestore di fondi presso Deutsche Asse & Wealth Management, a Francoforte – Abbiamo assistito a una forte espansione dello S&P 500 negli ultimi due anni. Ora non intravedo grandi margini di rialzo, se si guarda ai fondamentali”.
Di fatto, l’indice ha segnato dall’inizio del 2013 un balzo +19% fino a testare, lo scorso 2 agosto, il record di chiusura assoluto a 1.709,67 punti; lo S&P ha superato quota 1.700 la prima volta lo scorso primo agosto.
L’indice è scambiato a un valore pari a 15,4 volte gli utili attesi, contro le 13,1 volte dell’anno e rispetto alla media degli ultimi cinque anni, a 13,9 volte. I volumi di trading sono in flessione -24% rispetto alla media degli ultimi 30 giorni.
La crescita dello S&P si spiega anche con gli utili societari migliori delle attese. Delle 447 società scambiate sullo S&P 500 che hanno reso noto i propri risultati di bilancio da inizio anno, il 73% ha ecceduto le stime degli analisti sugli utili, mentre il 56% quelle sulle vendite, stando a quanto riporta Bloomberg.
L’indice della paura, il VIX, – Chicago Board Options Exchange Volatiliy Index – è salito +6,3% questa settimana; tale indicatore ha testato il massimo del 2013 nel 2013 e da allora ha segnato un calo -38%.
Tra i titoli di oggi attenzione a Nvidia, sotto pressione dopo che la società di chip ha affermato che nel periodo che termina a ottobre le vendite si attesteranno tra $1,03 e $1,07 miliardi, meno rispetto a quando atteso dagli analisti, pari a $1,1 miliardi. Titolo -2,24%.
Blackberry fino a +10%, per poi ridurre i guadagni dopo la notizia secondo cui il cda del colosso, stando a quanto riporta Reuters, potrebbe cercare un acquirente per renderla privata.
Sugli altri mercati, in ambito valutario, euro -0,13% a $1,3362; dollaro/yen -0,45% a JPY 96,28; euro/franco svizzero -0,06% a CHF 1,2302; euro/yen -0,58% a JPY 128,63.
In ambito energetico e di commodities, i futures sul petrolio +1,32% a $104,76 al barile, oro -0,22% a $1.307,80.
L’ERA DEI BOND E’ FINITA?