New York – Stavolta Ben Bernanke ha convinto gli investitori delle capacita’ della Federal Reserve di sostenere la ripresa economica degli Stati Uniti. Cosi’, anche grazie ad alcuni risultati trimestrali convincenti, le preoccupazioni legate al travagliato settore bancario spagnolo sono state presto dimenticate.
Gli indici della borsa statunitense passano in territorio positivo dopo la pubblicazione dei Beige Book, da cui gli investitori hanno tratto maggiori dettagli sullo stato di salute dell’economia Usa, due settimane prima del prossimo comitato di politica monetaria della Fed.
In chiusura l’indice allargato S&P500 registra +9,11 punti (+0,67%) a 1.372,78, il Nasdaq sale +32,56 punti (+1,12%) a 2.942,6 punti e il Dow Jones +103,16 punti (+0,81%) a 12.908,7 punti.
L’euro riduce i cali. I Treasuries, considerati come bene rifugio, scambiano in rialzo ma non sono piu’ tanto richiesti come in avvio. Da mesi i titoli di stato Usa, cosi’ come quelli di Svezia, Finlandia, Austria, Canada, Francia e Germania, sono favoriti dalle incertezze circa la crisi europea, palesate quest’oggi dalle parole della stessa Merkel, che non e’ sicura che il progetto – cosi’ com’e’ – possa funzionare. E’ in atto un ampliamento del divario tra i rendimenti dei paesi indebitati in difficolta’ economiche e quelli percepiti invece come maggiormente solidi.
A favorire l’improvvisa accelerazione dei listini azionari di Wall Street sono anche i risultati societari, in particolare quelli di Intel, i cui titoli avanzano di oltre due punti percentuali nonostante il gruppo di chip abbia emesso previsioni poco confortanti sul fatturato dell’esercizio 2012. Citate le condizioni macroeconomiche difficili.
Meglio del previsto anche gli utili di altri gruppo del settore tecnologico, come VMWare e EMC. Tra le blue chip guadagnano terreno l’azienda informatica Hewlett-Packard e il gruppo di sistemi di rete Cisco Systems.
All’interno del paniere delle blue chip in controtendenza rispetto all’andamento generale Merck, Caterpillar e Bank of America. Bene invece i comparti di industria e tecnologia, nonostante l’outlook molto cauto emesso dalla societa’ di chip Intel.
Tornando all’intervento di Bernanke, il mercato ha accolto con favore la risposta alla domanda su una questione delicata. Un senatore voleva sapere se la Fed avesse o meno in mano gli strumenti necessari per scongiurare una seconda fase di recessione. La risposta del banchiere e’ stata chiara: “per come stanno le cose ora non prevediamo una seconda fase di recessione, prevediamo invece una crescita moderata”.
Gli investitori hanno tirato un sospiro di sollievo, dopo che ieri avevano interpretato i commenti di Bernanke pronunciati ieri davanti alla commissione nella sua udienza semestrale alla Congresso, come un messaggio chiaro che la Federal Reserve resta pronta ad agire per rilanciare l’economia, ma che non fara’ nulla nei prossimi 20-30 giorni.
Bernanke era atteso da un’udienza di due giorni che si svolge con frequenza semiannuale. Nella giornata di ieri il numero uno Fed ha confermato la disponibilita’ ad intervenire con nuove misure monetarie accomodanti se necessario, senza tuttavia dare informazioni in particolare sulla possibilita’ di azione o meno gia’ dal prossimo meeting.
Sul fronte macro una bella iniezione di fiducia al mercato immobiliare e’ arrivata dai dati positivi provenienti dai nuovi cantieri edili, che segnalano una ripresa del settore. Saliti del 6,9% in giugno, ai massimi dal 2008, mentre le licenze di costruzione deludono nello stesso mese.
Tra le notizie societarie, Intel ha dichiarato di attendersi un continuo calo della domanda di personal computer, a causa della crisi e del cambiamento delle preferenze dei consumatori verso i tablet.
Da parte sua Bank of America ha chiuso il secondo trimestre 2012 con un utile netto di 2,46 miliardi di dollari, pari a 19 cent ad azione. Il risultato si raffronta al rosso record di 8,83 miliardi registrato nello stesso periodo 2011. A migliorare i conti della banca hanno contribuito in buona parte il ridursi delle perdite connesse al settore immobiliare, il calo degli accantonamenti per sofferenze e il taglio dei costi.
GiĂą anche Yahoo! dopo risultati nel secondo trimestre inferiori alle attese, con fatturato $1,08 miliardi, rispetto a stime per $1,1 miliardi. Male anche Hewlett-Packard negli scambi tedeschi.
In ambito valutario, l’euro in calo sul dollaro a $1,2283. Dollaro/yen a JPY 78,78, euro/yen a JPY 96,77.
Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio a quota $89,87 al barile, mentre le quotazioni dell’oro sono in flessione a $1.570.80 l’oncia.
Quanto ai Treasury, i prezzi dei 10 anni scambiano in rialzo e rendono l’1,493% (calo di 2,5 punti base dei tassi), mentre il trentennale rende il 2,596% (anche in questo caso tassi in contrazione e prezzi in salita, nello specifico di 18/32).