Dopo poco piu’ di due ore di contrattazioni il piano di salvataggio dell’Irlanda a Wall Street sembra ormai un lontano ricordo. I dubbi sulla sua efficacia sono passati in secondo piano lasciando spazio ai timori che stanno colpendo il settore finanziario (-1.31%): Fbi e Sec stanno indagando su quello che potrebbe essere il maggiore caso di insider trading.
Tra i titoli piu’ penalizzati figura Goldman Sachs (GS), che figura esplicitamente tra gli indagati. Vanno male anche Morgan Stanley (MS), Bank of America (BAC) e Citigroup (C).
A livello settoriale la maglia nera va alle banche, appunto, seguite da energetici (-1.2%) e tlc (-0.6%). Piatti i tecnologici, frazionali ribassi per gli industriali.
Indagini a parte, gli operatori si domandano se il salvataggio dell’Irlanda sia o meno sufficiente a ristabilire fiducia utile per una stabilita’ finanziaria nell’Eurozona.
“La notizia che il governo irlandese era vicino ad accettare gli aiuti aveva dato ai trader motivo di festeggiamenti per l’inizio della settimana ma ora c’e’ la consapevolezza che tutto cio’ non sara’ sufficiente per porre fine alla crisi del debito sovrano in Europa”, ha dichiarato a MarketWatch Will Hedden, trader di IG Index.
Jim Reid, di Deutsche Bank, dal canto suo ha spiegato che “e’ solo questione di tempo su quando si presentera’ un prossimo problema”.
Il ripensamento del mercato e’ visibile anche sull’andamento dell’euro, che ha perso una figura dopo un iniziale entusiasmo. Si ricorda che sull’euro c’e’ molta volatilita’: martedi’ scorso viaggiava in area $1.3540 e dopo gli aiuti all’Irlanda si e’ spinto fino a $1.3750.
Sebbene Fmi e Ue abbiano ben accolto la decisione di Dublino di accedere agli aiuti, impietosa e’ l’agenzia di rating Moody’s, pronta a una sforbiciata del debito dell’Irlanda. In generale ci si domanda quale sara’ il prossimo paese a ricorrere al salvagente dell’Unione Europea, per la prima volta scesa in campo otto mesi con la Grecia: Portogallo o Spagna?
I dettagli del piano saranno discussi in settimana ma certo e’ che l’attuale governo scricchiola: secondo il partito dei verdi a meta’ gennaio bisogna indire le elezioni generali. A trarre un sospiro di sollievo e’ comunque il mercato del reddito fisso: il rendimento sul decennale irlandese si e’ riportato sotto l’8% (venerdi’ era all’8.1%) dopo essersi spinto fino al 9% a inizio mese. In calo anche il costo per assicurarsi contro un fallimento del paese: assicurare $10 milioni di debito irlandese per 5 anni costa all’anno $480 mila contro i 505 mila di venerdi’.
Che il salvagente accettato dall’Irlanda sia insufficiente per spegnere i timori sul debito sovrano in Europa e’ chiaro dall’andamento dei listini. Il FTSE a Londra cede lo 0.8%, il CAC a Parigi perde l’1%, -0.35% per il DAX a Francoforte. Va molto peggio in Spagna (-2.7%) e Italia (-2%) cosi’ come in Irlanda, Portogallo e Grecia.
Ecco la fotografia dei mercati asiatici: in Giappone +0.9% per il Nikkei, Hang Seng a Hong Kong ha perso lo 0.4%, in Cina lo Shanghai Composite ha registrato -0.2%, il Sensex in India e’ rimbalzato dell’1.9%.
In Usa i trader, in una giornata priva di dati macro, non riescono a trovare spunti nemmeno dal riaccendersi dell’M&A. Humana (HUM) compra Concentra (societa’ privata dell’health care con sede in Texas) per $790 milioni. Attachmate e’ disposta a pagare $2.2 miliardi, pari a $6.10 ad azione, per aggiudicarsi Novell (NOVL).
Netflix ha svelato una nuova offerta: per $7.99 al mese sara’ possibile vedere in streaming tutti i film di cui la societa’ di videonoleggio dispone. L’idea e’ che sempre piu’ utenti preferiscono guardare una pellicola in streaming piuttosto che su DVD.
Attesa la trimestrale di Hewlett-Packard stasera a mercati chiusi. Tyson Food (TSN) ha registrato nel quarto trimestre utili netti per $208 milioni contro una perdita da $457 milioni messa a segno nello stesso periodo dell’anno scorso. Il risultato e’ in linea alle attese.
I volumi di scambio sono inferiori alla media: sul NYSE passate di mano 341 milioni di azioni contro i soliti 421 milioni; sul NASDAQ scambiati 852 milioni di titoli contro una media di 940 milioni. I titolo in calo superano numericamente quelli in rialzo: sul NYSE il rapporto e’ 2039 a 883, sul NASDAQ e’ 1805 a 781, con i nuovi minimi che battono i nuovi massimi (sul NYSE 15/87, sul NASDAQ 33/106).
Sugli altri mercati, nel comparto energetico, i futures sul petrolio con consegna gennaio sono in calo dell’1.20% a quota $81.00 il barile. Il derivato con scadenza gennaio dell’oro segna +0.10% a $1351 l’oncia. Sul fronte valutario l’euro e’ in calo dello 0.39% a quota $1.3619. Il rendimento dei titoli di stato Usa a 10 anni e’ al 2.829%
dal 2.87% di venerdi’. Quello a 5 anni e’ all’1.474% (-3.5 punti base), al 4.191% (-5.5 punti base) quello del trentennale.