Mercati

Wall Street tenta il recupero dopo la seduta peggiore degli ultimi 2 anni

Dopo aver registrato ieri la sua peggiore giornata in quasi due anni a causa del sell off che ha colpito i mercati globali, l’S&P 500 è salito oggi registrando  un aumento dello 0,2%. Il Dow Jones Industrial Average  è salito di 60 punti, pari allo 0,2%. Nel frattempo, il Nasdaq Composite è scivolato dello 0,2%.

Diversi grandi titoli tecnologici sono rimbalzati dopo il forte calo di lunedì. Nvidia  è salita del 2,6%, mentre Meta ha guadagnato più dell’1%. Nel frattempo, Apple ha continuato il suo declino e ha perso il 2%. Ad aiutare il sentiment è stato il rimbalzo dei titoli giapponesi. Il Nikkei 225 oggi ha registrato il miglior giorno dall’ottobre 2008, con un’impennata del 10,2%. Questa impennata arriva un giorno dopo che il benchmark aveva subito la peggior seduta dal 1987, perdendo il 12,4%.

Cosa è successo nel lunedì nero delle borse mondiali

Le mosse fanno seguito a un brusco sell-off durante le contrattazioni di lunedì, in seguito alle preoccupazioni per lo stato dell’economia. Il Dow a 30 azioni ha perso 1.033,99 punti, pari al 2,6%, mentre l’S&P 500 è sceso del 3%. Entrambi gli indici hanno registrato la peggiore seduta dal settembre 2022. Il Nasdaq Composite ha ceduto il 3,4%, precipitando ulteriormente in una correzione. Alla volatilità ha contribuito anche un’importante liquidazione del “carry trade” dello yen. La scorsa settimana la Banca del Giappone ha aumentato i tassi di interesse, contribuendo al rialzo dello yen. Ciò ha influito sulla pratica dei trader di prendere in prestito la valuta più economica per acquistare altri asset globali.

La view degli analisti

“Dopo un rally così forte dall’autunno scorso, le valutazioni, il sentiment e il posizionamento degli investitori si sono allungati”, ha dichiarato Quincy Krosby, chief global strategist di LPL Financial. “Oggi i mercati stanno assistendo a una riduzione del posizionamento rialzista, particolarmente evidente nello yen e nel cosiddetto carry trade”.

Molti investitori considerano il sell-off di lunedì come un evento atteso da tempo in un mercato che ha raggiunto valutazioni elevate e nuovi record, ma alcuni mettono in guardia sul fatto che il dolore potrebbe avere ancora spazio.

“È troppo presto per dire che il minimo è arrivato”, ha scritto Keith Lerner, co-chief investment officer di Truist. “Il danno è stato fatto e il processo di riparazione richiederà probabilmente del tempo. Tuttavia, il rapporto rischio/rendimento sembra migliorare gradualmente man mano che la barra del mercato per le sorprese positive si abbassa”.

In questo scenario si aggiungono le recenti dichiarazioni di Mary Daly, presidente della Fed di San Francisco, che hanno influenzato le aspettative del mercato riguardo ai tassi di interesse. Daly ha affermato che il mercato del lavoro si sta ammorbidendo, ma non abbastanza da concludere che si sia indebolito seriamente. Questa posizione suggerisce che la Fed potrebbe iniziare a tagliare i tassi di interesse nei prossimi trimestri, sebbene senza urgenza immediata.

Questa prospettiva ha portato a un aggiustamento nelle aspettative del mercato monetario. Le aspettative sui tagli dei tassi da parte delle banche centrali, che erano aumentate significativamente il giorno precedente, si sono ora parzialmente ridimensionate. Attualmente, il mercato prevede per settembre una riduzione di 25 punti base (pb) da parte della BCE. Per la Fed, si prevede una riduzione di 25 pb, con una probabilità dell’85% che possa essere anche di 50 pb.

Il dollaro rimbalza contro lo yen, scende il prezzo del greggio

Nel frattempo l’indice del dollaro ha guadagnato ampiamente e lo yen giapponese si è indebolito. Il biglietto verde è salito dello 0,3% rispetto allo yen, attestandosi a 144,62. L’indice del dollaro ha fatto un balzo dello 0,4% e si è attestato a 103,10.

Il timore di una recessione statunitense ha colpito i mercati petroliferi con gli operatori già preoccupati per la scarsa domanda in Cina, la seconda economia mondiale. I futures sul greggio sono scesi per la quarta sessione consecutiva, mentre i timori di recessione continuano a mettere in ombra il rischio di una grave escalation in Medio Oriente. Il greggio statunitense ha chiuso ai minimi di sei mesi lunedì, dopo che i mercati azionari hanno ceduto sui timori che l’economia statunitense possa entrare in recessione.