NEW YORK (WSI) – Wall Street chiude in calo per il terzo giorno consecutivo, col Dow Jones che perde lo 0,66% a 15.739,63 punti, e il Nasdaq lo 0,14% a 3.998,40 punti. Male anche l’indice S&P500 che cede lo 0,38% a 1.775,50 punti. L’euro dopo la chiusura dei mercati americani passa di mano a 1,3747 dollari. Le vendite sono comnciate subito, dopo la diffusione dei dati relativi alle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione e alle vendite al dettaglio.
Tassi sui Treasuries a 10 anni in rialzo al 2,86%. Si appiattisce ulteriormente la curva dei rendimenti dei titoli di stato Usa, con il differenziale tra tassi a 2 e a 10 anni scambiato a 254 punti base.
Attenzione a quanto riferito dagli economisti di Goldman Sachs, Deutsche Bank e Morgan Stanley, che prevedono che nel 2014 l’economia globale segnerà una crescita di almeno +3,4%, in accelerazione dal ritmo inferiore al 3% di quest’anno; il recupero viene spiegato con la ripresa dell’Eurozona dalla recessione, e grazie anche alla Cina e alla stabilizzazione dei mercati emergenti.
Joachim Fels, co-responsabile dell’economia globale di Morgan Stanley, a Londra, ha detto che “il prossimo potrebbe rappresentare una transizione molto importante verso una ripresa più sostenibile, più solida e più sicura”.
I dati economici arrivati dal fronte Usa sono stati contrastati. Sul fronte del mercato del lavoro, il numero dei lavoratori che hanno fatto richiesta per la prima volta per ricevere i sussidi di disoccupazione è salito al di sopra delle attese, a 368.000, massimo in due mesi. Tuttavia gli economisti hanno avvertito di non prestare troppa attenzione al dato, soggetto a variazioni in questo periodo soprattutto per motivi stagionali.
Le vendite al dettaglio sono aumentate invece +0,7% a novembre, meglio delle attese, sostenute soprattutto dagli acquisti che hanno interessato il settore auto. Ma anche escluso il comparto, la performance è stata solida e migliore delle attese.
Il dato avalla dunque i timori degli investitori per un ridimensionamento delle misure di rilancio dell’economia da parte della Federal Reserve già a partire da questo mese o al più tardi da gennaio. Le prospettive di un ‘tapering’ si fanno sempre più reali, in attesa della riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, in calendario la prossima settimana, il 17-18 dicembre.
Il mercato prova a indovinare il tempismo e la portata di una eventuale riduzione delle misure ultra accomodanti della Fed, che al momento prevedono l’acquisto di titoli di Stato e altri strumenti derivati legati ai mutui, per 85 miliardi di dollari al mese.
Nella giornata di ieri, lo S&P ha perso terreno attestandosi a un valore inferiore -1,5% rispetto al record testato lo scorso 8 dicembre, con i trader che hanno scommesso sul fatto che la Fed potrebbe iniziare a staccare la spina alle maxi iniezioni di liquidità che hanno drogato i mercati prima delle attese, ora che il Congresso ha raggiunto un accordo sul budget e il rischio di shutdown è stato scongiurato.
Lo S&P è salito quest’anno +25%, e si appresta a chiudere il 2013 con il rialzo migliore su base annua dal 2003. Tre round di stimoli monetari operati dalla Fed hanno permesso all’indice di balzare più del 160% dal minimo in 12 anni testato nel 2009.
Euro sempre sotto i riflettori, è salito fino a $1,3796 nelle ore precedenti, con gli operatori di mercato che hanno smorzato le attese su una nuova misura di allentamento monetario da parte della Bce. Ora la moneta unica vira in rosso, con -0,12% a $1,3769. Rapporto dollaro/yen +0,51% a JPY 102,94, euro/franco svizzero -0,11% a CHF 1,2208, euro/yen +0,39% a JPY 141,77.
Tra le storie societarie della giornata, attenzione a Oracle, in calo -2,7% dopo che RBC Capital ha tagliato il rating sul titolo da “buy” a “hold”, fissando un prezzo obiettivo a $35.
Sell off su Ciena, fino a -10%, dopo che il produttore di network di fibre ottiche per società di tlc come At&t ha reso noto che gli utili del quarto trimestre si sono attestati a 16 centesimi per azione, contro i 24 centesimi attesi dal consensus. Il titolo riduce poi le perdite a -4% circa.
Facebook +3,46% circa; la società di social network sostituirà Teradyne entrando nell’indice S&P 500 alla fine della giornata di contrattazioni del prossimo 20 dicembre.
Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio +0,48% a $97,88, oro -2,21% a $1.228,40 l’oncia. Dall’inizio dell’anno, le quotazioni del metallo prezioso sono scivolate -25,84%.