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Wall Street tiene quota 11000

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Nel giorno del Columbus Day, Wall Street chiude pressoche’ invariata rispetto alla chiusura di venerdi’. A livello settoriale frazionali ribassi per tutti i settori. Solo le utilities registrano un +0.1%.

Il Dow archiva la sedura a 11016, in rialzo dello 0.09% (+9.76 punti), il Nasdaq e’ salito dello 0.30% a 2409.08 (+7.17 punti), S&P 500 su dello 0.14% a 1166.74 (+1.59 punti).

Una giornata con scambi sull’obbligazionario fermi per festivita’ e assenza di dati sia dal fronte societario sia da quello macro ha lasciato gli operatori in attesa di spunti che si faranno evidenti a partire da domani. Il tutto mentre money manager, analisti e trader sono quasi certi che la Fed, nella prossima riunione del 3 novembre, adottera’ un nuovo piano di allentamento monetario stimato in media da $500 miliardi (ma c’e’ chi lo vede a $1500 miliardi).

Sul fronte societario domani tocchera’ al colosso dei chip Intel pubblicare la propria trimestrale, mercoledi’ a JP Morgan, giovedi’ a Google mentre venerdi’ sara’ la volta della conglomerata General Electric. Christian Tegllund Blaabjerg, chief equity strategist di Saxo Bank, ha detto a MarketWatch di aspettarsi una solida stagione delle trimestrali. “In generale gli operatori credono che due terzi delle societa’ riporteranno conti sopra le stime”. L’analista scommette che l’S&P 500 possa arrivare a 1170 entro fine settimana e a 1200 quando i conti societari saranno stati pubblicati.

Dal canto suo Robert Doll, chief equity strategist di BlackRock ha dichiarato nel corso di un’intervista a Cnbc che le sorprese positive arriveranno sul fronte dei flussi di cassa.

Nel comparto energetico, i futures sul petrolio con consegna novembre hanno ceduto $0.45 a quota $82.21 il barile. Chiusura recor per il derivato con scadenza dicembre dell’oro a $1354 l’oncia (+0.7%).

Sul fronte valutario l’euro arresta la sua corsa a quota $1.3888 (-0.48%). Secondo una nota emessa dagli analisti di Citigroup, la valuta europea rimarra’ pero’ ben comprata dopo che il Fondo Monetario Internazionale nel corso del fine settimana non ha saputo trovare un accordo per evitare l’inasprirsi di una “guerra valutaria”. “Ci vorra’ molto tempo prima che la Bce si dica apertamente preoccupata dei livelli dell’euro”, ha scritto in una e-mail ai clienti l’ufficio studi della banca Usa. Nell’ultimo mese la valuta europea ha guadagnato il 4.8% contro le principali divise.