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Wbf 2018 al via. A Milano si parla di cambiamento esponenziale

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di Benedetta Gandolfi

Wobi

Apre i battenti a Milano il World Business Forum 2018 organizzato da Wobi. Presso il MiCo, Centro congressi di Milano, martedì 30 e mercoledì 31 ottobre si confronteranno le menti più brillanti del business, dell’economia, dell’innovazione e della creatività a livello internazionale.

WSI ha intervistato, per l’occasione, Ian O. Williamson, pro vice chancellor e dean della Victoria business school di Wellington in Nuova Zelanda e ricercatore presso la Melbourne business School in Australia.

Dott. Williamson, è un momento storico di cambiamenti che avvengono a un ritmo crescente. Qual è l’approccio giusto per non essere schiacciati e per poterne approfittare?

La più grande sfida che le organizzazioni devono affrontare oggi non è tanto il fatto che il contesto sta cambiando, anzi la comunità imprenditoriale ha subito in passato cambiamenti – causa tecnologia e globalizzazione – che sono state vere e proprie rivoluzioni. Ad esempio, la stampa, l’elettricità, gli aerei, le automobili, le tlc e la televisione hanno sconvolto i precedenti modelli di business.
Il problema chiave è che qualsiasi cambiamento che viene dall’ambiente esterno tende a far crescere la rilevanza di un determinato tipo di capacità e a ridurre quella di altre. Pertanto il tema è se le organizzazioni siano o meno in grado di sviluppare le capacità che vengono premiate dai cambiamenti di oggi. La domanda da porsi è se i leader dell’organizzazione siano in grado di identificare il cambiamento, capire quali tipi di capacità sono necessari e quindi essere in grado di costruire queste capacità nelle loro imprese. Questo è uno dei fattori principali che distingue le aziende di successo dalle aziende che non hanno successo”.

I principi del pensiero lineare e della crescita graduale stanno per essere sostituiti da nuovi elementi focalizzati sulla crescita esponenziale. Al centro del dibattito c’è il tema del cambiamento ma c’è anche un nuovo umanesimo che riporta l’essere umano al centro. Cosa ne pensa?

“In molte economie, i servizi rappresentano la principale fonte di Pil o la fonte in più rapida crescita. In un’economia basata sul servizio, il capitale umano (conoscenze e abilità) e il capitale sociale (relazioni) sono fondamentali per il successo dell’azienda. Un approccio umanista nell’organizzazione non è solo un imperativo morale, ma anche un imperativo di sopravvivenza per le imprese. Non si può avere un’azienda di servizi di successo senza dipendenti qualificati e motivati che si sentono gratificati nel proprio ambiente e condividono un senso di identità di intenti con la missione dell’organizzazione in cui lavorano”.

Qual è il significato di leadership oggi? Quali sono le principali sfide per un dirigente?

“Le tradizionali prospettive di leadership suggeriscono che i leader dovrebbero innanzitutto dire alle persone ciò che è specificamente necessario fare, in seguito valutare e monitorare quanto bene le persone realizzano questi compiti e poi premiare (o punire) le persone in base ai loro risultati. Di sicuro questo approccio alla leadership può essere molto efficace. Tuttavia i tre punti elencati danno per scontato che i leader sappiano davvero bene cosa deve essere fatto e che lo abbiano già visto fare prima (o lo abbiano fatto da soli).
Ci sono molti casi in cui l’azienda attraversa un periodo di transizione dove ciò che deve essere fatto non è ancora chiaro o dove nessuno lo ha già fatto in passato. In queste situazioni la leadership non consiste nel fornire indicazioni chiare ma nel creare le condizioni affinché le persone possano sperimentare, riflettere e consolidare gli insegnamenti che vengono dall’esperienza.
I leader in questa situazione danno visioni e non istruzioni, si concentrano sul formare risorse senza valutarle e creano situazioni in cui i dipendenti traggono gioia dal processo di esecuzione del lavoro, non solo dai risultati”.

Cosa si deve fare per rafforzare un impianto democratico all’interno di un team?

Portare a termine con successo compiti complessi spesso richiede di riunire più forme di esperienza. Questo è il motivo per cui i team multifunzionali sono importanti durante i periodi di cambiamento e trasformazione. Tuttavia, questo tipo di squadre è efficace solo se i loro membri sentono di avere voce nel meccanismo, nel motore del team e nelle decisioni da prendere. Un modo di operare democratico, in queste situazioni, è molto importante”.

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di ottobre del magazine Wall Street Italia.