Economia

Web tax slitta al 2019: fumata nera all’Ecofin: rabbia delle associazioni

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Fumata nera ieri  alla riunione dei ministri Ue della Finanza per trovare un accordo sulla web tax. La proposta di Francia e Germania di circoscrivere l’azione a imprese come Google e Facebook (cioè con fatturato globale superiore ai 750 milioni di euro) cade nel vuoto.

Nel dettaglio la proposta raggiunta tra la cancelliera Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron prevedeva un’aliquota al 3% per l’imposta sul fatturato della pubblicità on line delle grandi società tech. Una proposta che aveva trovato anche il beneplacito del ministro dell’economia Giovanni Tria.

Supportiamo la proposta franco-tedesca di introdurre in Europa una tassa per i giganti del web in base al fatturato realizzato. Siamo convinti della necessità di trovare una soluzione internazionale sulla tassazione digitale. Sappiamo che la discussione internazionale richiede tempo, per questo ringraziamo Francia e Germania per la loro proposta congiunta sulla quale si stanno facendo progressi.

Ma nella riunione di Bruxelles tra i ministri Ue della finanza il tentativo di trovare una soluzione internazionale alla tassazione digitale slitta al prossimo anno. Si punta a trovare un compromesso almeno entro le elezioni europee di maggio. La Commissione Ue ha spiegato che resta sul tavolo la sua proposta, ma che verrà discussa nei prossimi mesi anche alla luce della proposta franco-tedesca. Le critiche non si sono fatte attendere.

Il presidente dell’Associazione Nobilita, Gabriele Manconi, ha espresso il suo pensiero al riguardo:

Il rinvio dell’Unione Europea sulla web tax è inaccettabile. L’urgenza di fare chiarezza sulla tassazione dei giganti di internet è assolutamente evidente. Questa concorrenza sleale nei confronti degli imprenditori che sono costretti a sobbarcarsi tutto il peso del fisco deve essere regolamentata, e ci aspettiamo che l’Italia, attraverso i suoi rappresentanti, continui a far presente tale esigenza con forza.

Delusione anche all’interno dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo, che alla vigilia dell’Ecofin aveva fatto un accorato appello allUe.

“Non c’è più tempo da perdere. Quando i ministri delle finanze europee si incontreranno domani, farebbero bene ad adottare rapidamente la discussa tassa sui servizi digitali: un’imposta sui profitti diretta alle grandi aziende digitali come Google, Apple, Facebook, Amazon, Booking e Spotify. La sua adozione potrebbe generare fino a 10 miliardi di euro di gettito annui di cui gli Stati hanno tanto bisogno e che sarebbero fondamentali per incentivare una crescita economica sostenibile, creare nuovi posti di lavoro e fornire servizi pubblici essenziali.